In questi giorni, si sta svolgendo la Youth4Climate a Milano, cui hanno partecipato due giovani per ognuno dei 197 Paesi membri dell’Unffcc (la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), impegnati in gruppi di lavoro e dibattiti sul clima. I giovani hanno anche scritto un documento, che sarà condiviso nell’ambito dell’incontro di domani con i Ministri impegnati nei lavori della Pre-Cop26, in cui chiedono la chiusura dell’industria delle fonti fossili entro il 2030.
I toni utilizzati in questi giorni sono stati allarmistici circa l’emergenza climatica e le sue conseguenze. E proprio ieri, martedì 28 settembre, alcuni esponenti dell’associazione di divulgazione scientifica “21mo secolo”, assieme a militanti del gruppo pro-life “Ora et Labora in Difesa della Vita” hanno realizzato a Milano una azione di protesta contro la demagogia climatica ed ecologica, esponendo cartelli che recitavano “stop terrorismo climatico, difendiamo l’uomo prima dell’ambiente”, “dittatura verde = a quella rossa. No grazie”, “50 milioni di bambini uccisi ogni anno nel mondo con l’aborto. Ma loro pensano al clima!“ (vedi foto della gallery scorrevole in alto).
Alla protesta, hanno partecipato alcuni professori universitari della Statale di Milano, tra cui il Professor Luigi Mariani, della facoltà di Agraria, che ha portato un documento da lui redatto, dal titolo “non esiste una crisi climatica in atto. Evidenze dalla letteratura scientifica recente”. Secondo i promotori dell’evento, esistono emergenze ben più gravi del clima, che dovrebbero essere affrontate dai potenti della Terra.
“Il pianeta non si salva facendo morire gli uomini che ci vivono dentro, o imponendo loro una vita sempre più grama e difficile. Il pianeta non è un idolo, a cui sacrificare gli uomini. Al contrario va adattato alle esigenze di chi ci abita. Così è sempre stato, da che mondo è mondo”, afferma Mandelli, uno degli organizzatori della manifestazione.
Roberto Irsuti, titolare di 21mo secolo afferma: “le politiche climatiche (come l’eolico ed il fotovoltaico) dirottano nelle tasche di alcuni le risorse che sarebbe bene spendere per sfamare e sviluppare i popoli che ancora vivono nella miseria; ma questo sviluppo non piace ai potenti che oggi comandano nel mondo perché metterebbe in pericolo i loro privilegi ed il loro potere. Dietro le politiche climatiche sono schierati la grande finanza e le organizzazioni da lei controllate come ONU, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea, IPCC ed i loro funzionari come Mario Draghi. Non a caso, la grande informazione è tutta mobilitata da anni per convincerci che il cambiamento climatico (cosa del tutto normale nella storia della Terra) sia un fatto straordinario e catastrofico”.