“Fino a poco tempo fa avevamo degenti colpiti da Tbc. Ora no, solo Covid”, di cui “il 60%” è no vax, “hanno fra 40 e 60 anni”. Sono le parole rilasciate qualche giorno fa al Corriere della Sera dalla Dottoressa Annamaria Cattelan, primaria di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera di Padova. “E poi c’è un 40% di malati, in gran parte anziani e con co-morbilità, che ha fatto il ciclo completo anti-Covid, ma non ha ottenuto la risposta immunitaria desiderata. Siamo fra due fuochi: dobbiamo gestire dal punto di vista clinico, comportamentale e psicologico da una parte chi ha rifiutato il vaccino ritenendolo sperimentale e pericoloso e dall’altra i delusi dal Servizio sanitario nazionale, a cui si sono affidati seguendone ciecamente le raccomandazioni, ma finendo ugualmente in ospedale. Si sentono traditi, ma purtroppo tutti i vaccini su certi setting di popolazione funzionano meno”, ha aggiunto.
Le parole di Cattelan mettono in luce la menzogna della cosiddetta “pandemia dei non vaccinati”, quella secondo cui sono le persone che non si sono vaccinate ad alimentare contagi, ricoveri e decessi. In realtà, i numeri dimostrano che contagiati, ricoverati e morti ci sono anche tra i vaccinati, che ora si sentono traditi, come dice Cattelan. Il 78% degli italiani ha ricevuto la prima dose di vaccino (il 73% anche la seconda), seguendo le raccomandazioni di governo, politici ed esperti, che tanto hanno insistito e insistono sulla vaccinazione come arma principale per sconfiggere la pandemia, sostenendo anche che, se vaccinati, in caso di contagio, non si rischiava nulla di grave.
Purtroppo, però, i numeri (come quelli dell’ospedale di Padova) dimostrano che i vaccini non sono così efficaci come speravamo nella lotta alla pandemia. La conferma ufficiale arriva dal bollettino di sorveglianza diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità ieri, 27 novembre. Nel documento viene spiegato che nell’ultimo mese, in Italia, il 63% dei contagi, il 51% dei ricoveri e il 56% dei morti si è verificato tra persone che erano vaccinate. Al contrario, il 37% dei contagi, il 49% dei ricoveri e il 44% dei morti si è verificato tra persone non vaccinate. La maggioranza dei contagi, dei ricoveri e dei decessi si sta verificando quindi tra i vaccinati.
Il 15 settembre scorso venivano riportati 96.900 contagi fra non vaccinati e 44.990 fra vaccinati con ciclo completo (meno della metà). Nell’ultimo bollettino, quello del 27 novembre, sono stati registrati 61.908 contagi fra i non vaccinati e 81.740 fra i vaccinati con ciclo completo. Il 15 settembre, le ospedalizzazioni dei non vaccinati erano 6.841, quelle dei vaccinati 2.331, circa un terzo. Dal rapporto del 27 novembre, emergono 3.737 ricoverati non vaccinati e 2.437 vaccinati. In due mesi anche le terapie intensive hanno cambiato quella proporzione: i non vaccinati che vi finivano erano quattro volte i vaccinati, oggi la proporzione si è ridotta a poco più di due volte: 509 ricoveri in terapia intensiva sono tra persone non vaccinate e 209 tra i vaccinati, secondo l’ultimo rapporto. Per quanto riguarda i decessi, al 15 settembre si registravano 770 decessi tra i non vaccinati e 405 tra i vaccinati (quasi la metà), mentre nel rapporto del 27 novembre i deceduti erano 449 fra i non vaccinati e 359 fra i vaccinati.
È bene sottolineare che tra 15 settembre e 17 novembre è cambiato notevolmente il numero assoluto di vaccinati e non vaccinati. Questi ultimi sono scesi da 13,3 milioni a 7,5 milioni, mentre i vaccinati con doppia o tripla dose sono saliti da 35,5 a 44,2 milioni. Con questi numeri ovviamente l’incidenza percentuale di contagi, ospedalizzazioni, terapie intensive e decessi è nettamente più alta nel campione di chi non ha fatto il vaccino rispetto a chi lo ha fatto.
I dati dimostrano che negli ultimi due mesi per quanto riguarda ricoveri, terapie intensive e decessi, l’andamento tra vaccinati e non vaccinati è praticamente parallelo. La protezione dei vaccini andava riducendosi, permettendo al virus di attaccare anche le persone vaccinate, che erroneamente si credevano protette, fidandosi di quanto politica ed esperti dicevano. Il tutto mentre si parlava di “pandemia dei non vaccinati” e si pensava a misure restrittive appositamente per loro, diffondendo l’idea che fossero solo loro ad alimentare la pandemia.