Archeologia: dopo il ritrovamento del corpo, rinvenuta anche la borsa con tutti gli averi del fuggiasco di Ercolano

Prima era stato ritrovato il suo corpo, quasi mummificato, sorpreso dalla morte mentre cercava di fuggire dalla lava del Vesuvio: ora gli archeologi hanno ritrovato anche la sua borsa
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La morte lo ha sorpreso mentre stava tendando di scappare verso il mare, per fuggire dalla lava del Vesuvio nel corso dell’eruzione del 79 d.C. Prima era stato ritrovato ciò che resta del suo corpo, quasi mummificato, ora di quell’uomo di circa 40/45 anni, è stata ritrovata anche una piccola borsa con tutti i suoi averi. Sui reperti osteologici e organici rinvenuti nel parco archeologico di Ercolano verranno effettuati rilievi laser scanner a luce strutturata, integrati a rilievi fotogrammetrici per la restituzione realistica tridimensionale dei reperti, di cui sia garantita la precisione submillimetrica e fotorealistica della restituzione, indispensabile sia per la successiva realizzazione di una copia tridimensionale e fedele dello scheletro e del contesto di rinvenimento, sia per la produzione di basi metriche precise per la documentazione archeologica e delle opere di restauro che seguiranno, propedeutiche alla conservazione di questo importante ritrovamento.

La scoperta di uno scheletro ad Ercolano e l’inquietante mistero di quei resti mutilati: quell’uomo tentava di fuggire via mare [FOTO]

Poter associare con certezza un oggetto personale alla vittima che lo stringeva letteralmente su di sé, trasmette a pieno il senso di umanità che ancora si respira ad Ercolano e lo studio di un contesto indisturbato ci condurrà verso una serie di approfondimenti che racconteranno tanto del passato di questa città – ha commentato Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano -. Si tratta di una nuova tessera del mosaico di informazioni che rendono Ercolano unica nel mondo antico: un luogo che trasmette istantanee dal passato anche dagli angoli più impensabili. Da Ercolano provengono negli anni recenti reperti di assoluto valore artistico come la testa di Amazzone dalla Basilica Noniana e gli elementi del cassettonato in legno della casa del Rilievo di Telefo, che conservano il colore originario. Ma questo stesso luogo ha restituito anche elementi della cultura materiale umili, come i 700 e più contenitori con sedimenti dal collettore fognario della Palestra, ma in grado di illuminare aspetti inediti della vita quotidiana: dagli scarti delle cucine alla dieta e alle prelibatezze amate dagli antichi ercolanesi e persino offrono informazioni sulle infezioni che affliggevano gli abitanti del caseggiato”.

Nel corso dello scavo, insieme allo scheletro, è emersa una borsa a tracolla, un oggetto polimaterico di grande valenza archeologica e delicatezza. Ad una prima analisi, come spiegato da Elisabetta Canna, funzionaria restauratrice, e Annunziata Laino, restauratrice Hcp, sono state riconosciute diverse tipologie di materiali contenuti all’interno, oggetti di uso comune strettamente connessi tra loro: oltre al legno di una scatola con il suo contenuto in metallo, sono visibili pezzi di stoffa e probabili tracce di finitura in oro, tutti elementi estremamente fragili e di difficile movimentazione. La stretta vicinanza con le ossa del braccio e probabilmente con le vertebre del fuggiasco, rende l’estrazione del reperto un’operazione molto complessa, da affrontare con un confronto continuo con gli archeologi e l’antropologo impegnati nello scavo. Visto il contesto, si procederà con uno stacco del pane di terra sottostante per proseguire in laboratorio ad un attento recupero dell’oggetto, che verrà sottoposto ad indagini preliminari e ad una lenticolare fase di pre-pulitura, finalizzata a fornire sufficienti informazioni per pianificare l’intervento di restauro definitivo.

Lo scavo sull’antica spiaggia rientra nel più generale e complesso intervento che si propone il ricongiungimento dell’antico litorale all’area di Villa dei Papiri, consentendo ai visitatori di tornare a passeggiare come facevano gli antichi ercolanesi. E’ prevista anche una riorganizzazione degli accessi di discesa alla spiaggia che arricchirà qualitativamente la visita attraverso una migliore comprensione delle dinamiche che hanno portato al seppellimento della città. L’intervento, che si concluderà nel 2023, è finanziato con fondi del Piano Operativo ‘Cultura e Turismo’ FSC 2014-2020 e seguito nell’attuazione dall’Unità Grande Pompei per conto dell’Autorità di Gestione – Segretariato Generale del MiC.

Ercolano non delude mai: ogni volta che si tocca un fronte si scoprono reperti incredibili. La Fondazione Packard in questi anni ha concentrato le proprie energie proprio sui confini del sito perché, come nel caso dell’antica spiaggia, le esplorazioni erano state parziali e avevano lasciato condizioni irrisolte e critiche – ha affermato il manager dell’Herculaneum Conservation Project Jane Thompson Grazie a questo lavoro di ‘ricucitura’ lungo i confini negli anni passati sono emersi una testa di statua di amazzone, gioielli e un soffitto dipinto. Oggi i resti di un ercolanese con addosso le proprie cose Viviamo queste scoperte come veri e propri premi per chi come noi lavora incessantemente per la conservazione del sito ma anche per il pubblico senza il quale questo patrimonio culturale perderebbe il suo animo”.

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