Il Piemonte decreta l‘allarme rosso per la siccità e chiede aiuto alla vicina Valle D’Aosta. Ad annunciarlo ai microfoni di Radio Rai 1 è il Presidente del Piemonte, Alberto Cirio, oggi a Pallanza, nel Verbano. “Oggi viene decretato l’allarme rosso, lo avevamo ampiamente previsto, non si tratta per il momento di blocchi in via permanente ma di riduzioni del carico di prelievo sul Po”, spiega Cirio che aggiunge: “dobbiamo stare molto attenti a salvaguardare l’agricoltura piemontese ed è il motivo per cui abbiamo già attivato non solo un tavolo di crisi permanente che ci permette di avere tutti gli attori della filiera dell’acqua ma, in particolare, di agire con i concessionari dei bacini idroelettrici”.
“Oggi – ha aggiunto – ho anche richiesto al Presidente della Valle D’Aosta, così come era avvenuto in passato, di verificare la possibilità di un aiuto perché i danni all’agricoltura rischiano di essere devastanti. Per questo continuiamo a lavorare su due fronti, nei confronti dello Stato a cui chiediamo lo stanziamento di risorse immediate per aiutare gli agricoltori ma anche cercando le soluzioni all’interno dei nostri bacini”.
Nel Piemonte orientale -69% piogge negli ultimi 30 anni
Nel biennio 2020-2022, rispetto al trentennio 1961-1990, la quantità di precipitazioni cadute sul territorio del Piemonte Orientale registra punte fino al 69% in meno. Unico evento in controtendenza l’alluvione di ottobre 2020. Sono i dati di uno studio congiunto realizzato da Acqua Novara Vco, la società che gestisce il ciclo idrico nelle due province del Piemonte orientale, con il Politecnico di Milano e in collaborazione con l’Università Statale di Milano.
I dati sono stati presentati per la prima volta questa mattina dal Presidente della società, Emanuele Terzoli e dall’amministratore delegato, Daniele Barbone con l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati che coordina il tavolo permanente per l’emergenza idrica istituito dal Presidente della Regione Piemonte.
Marnati ha incontrato questa mattina i vertici del gestore dei territori più colpiti dalla crisi idrica di questi giorni, per un aggiornamento in tempo reale della situazione. “Il Piemonte orientale è quello più colpito, in particolare il Vco e il Novarese – commenta l’assessore Marnati – anche se il problema si sta diffondendo anche nel Biellese, interessando tutta la parte nord del Piemonte. Circa il 10% dei comuni in Piemonte ha emesso ordinanze per l’uso consapevole dell’acqua e, al momento, ci sono una decina di comuni che hanno interrotto l’erogazione nelle ore notturne per permettere il ricarico delle cisterne. L’appello è quello di fare un uso consapevole dell’acqua, e, parallelamente di cercare di ridurre, laddove possibile, i consumi, ancora troppo alti”.
Oltre 30 Comuni con ordinanze anti-spreco nell’Alessandrino
In provincia di Alessandria sono oltre 30 i Comuni con ordinanze per “utilizzo responsabile” dell’acqua, il più grosso è Ovada. “Riforniti con autobotti Pietra Marazzi e dintorni, a pochi chilometri dal capoluogo alessandrino, causa problemi al pozzo di approvvigionamento – fa sapere Marco Bologna (Protezione Civile) – Da giorni siamo, comunque, sempre allertati e pronti a intervenire in caso di necessità”.
Nel Cuneese 40 Comuni a rischio razionamento orario
In provincia di Cuneo 40 Comuni su 247 sono già in difficoltà per l’approvvigionamento idrico e rischiano di arrivare a un “razionamento orario dell’acqua”, come ha spiegato il gestore pubblico Acda. A rischio centri popolosi come Caraglio, Ceva, Chiusa Pesio. Le sorgenti di montagna (1.300 quelle usate dalla società pubblica) hanno perso tra il 50 e il 90% della portata. Si stanno anticipando di oltre un mese rispetto al passato gli approvvigionamenti con autocisterne nelle vasche di accumulo nei centri di media montagna nelle valli Maira, Gesso, Po.
L’autorità d’ambito del ciclo idrico ha chiesto ai Comuni di emanare ordinanze perché l’acqua sia usata solo per cucinare e per motivi igienici, senza irrigare rotonde e giardini, chiudendo le fontane pubbliche. I gestori degli invasi di tutto il Piemonte sono stati convocati in Regione per la cessione di acqua: nel Cuneese il piano coinvolge la diga del Chiotas sopra Entracque e il lago di Pontechianale in valle Varaita. La prima è la diga a servizio della più grande centrale idroelettrica d’Italia che potrebbe cedere 12 milioni di litri di riserva garantendo acqua ai campi e allevamenti fino a inizio agosto. Questa mattina a Fossano c’è stata l’assemblea di Acque irrigue cuneesi, che racchiude i 18 consorzi irrigui di secondo grado della provincia (per una superficie di 121 mila ettari coltivati e 54 mila utenti). C’erano anche gli assessori regionali Matteo Marnati (ambiente e acque) e Marco Protopapa (agricoltura).
Valle d’Aosta: a sei mesi scenario ‘estremo’ nella parte centrale della regione
“Ho ricevuto oggi una telefonata del governatore Cirio, in cui mi anticipava una richiesta di intervento sull’emergenza siccità. Ho condiviso con lui i dati che testimoniano come anche la Valle d’Aosta stia riscontrando gravi criticità dovute alla carenza idrica. Stiamo effettuando tutti gli approfondimenti del caso, ma credo che le nostre effettive possibilità di intervento in questo campo non possano rispondere a un’emergenza ampia come quella che si sta configurando“, ha detto il Presidente di Regione Valle d’Aosta Erik Lavevaz rispondendo alla richiesta d’aiuto di Cirio .“Noi – ha aggiunto Lavevaz – per primi vediamo i risultati di queste condizioni eccezionali, con i nevai già sciolti come se fossimo ad agosto e temperature altissime anche fino a 4.000 metri. Ci troveremo tutti a dover fare i conti con una carenza idrica importantissima“, ha concluso.
E’ di ‘siccità estrema’ nello scenario a sei mesi (che riflette una condizione i cui effetti possono risentirsi in campo agricolo) l’indice Spi (Standarized precipitation index) per la parte centrale della Valle d’Aosta. Il dato emerge dal bollettino idrologico relativo a maggio 2022 pubblicato dal Centro funzionale regionale della Valle d’Aosta. ‘Siccità severa’ per le valli al confine con il Piemonte (dalla Valgrisenche alla valle del Lys) e ‘normalità’ per la dorsale alpina, che comprende anche i massicci del Monte Bianco e del Monte Rosa.
La situazione tende a uniformarsi nello scenario a 12 mesi (che riflette una condizione di siccità idrologica i cui effetti sulla disponibilità idrica possono essere osservati sui corsi d’acqua superficiali o a livello delle falde), con siccità severa nella parte centrale, in Valgrisenche e nelle valli del Gran Paradiso e siccità moderata altrove.
Nello scenario a tre mesi (che riflette una condizione di siccità meteo i cui effetti sono limitati all’osservazione di un periodo di scarse precipitazioni) viene descritta ‘siccità moderata’ per la parte centrale della regione e per le valli del Monte Rosa e di Champorcher, di normalità altrove.
A maggio la temperatura media è stata superiore di circa 2°C rispetto alla media del decennio 2002-2011. La precipitazione cumulata media è stata di circa 50mm, valore inferiore al periodo 2002-2011 e, nei corsi d’acqua, il periodo di morbida, iniziato con anticipo, è già in calo.