E’ “immediatamente valido” e resterà in vigore “fino al 30 gennaio 2023” il regolamento per sottoporre a tampone antigenico molecolare i passeggeri in arrivo dalla Cina che atterrano all’aeroporto di Malpensa. Lo comunica lo stesso aeroporto con un avviso pubblicato sull’home page del suo sito, in cui si rimanda per ulteriori informazioni al sito del ministero degli Esteri ‘Viaggiare sicuri”.
“Si registra nel Paese un elevato numero di infezioni da Covid con la conseguente forte pressione per il sistema sanitario cinese“, si legge nell’avviso pubblicato su ‘Viaggiare sicuri’, che informa i passeggeri del fatto che “la Regione Lombardia ha dato indicazione alla Ats Insubria, di riferimento per l’aeroporto di Malpensa, di sottoporre a tampone molecolare di screening per Covid-19 tutti i passeggeri/operatori provenienti dalla Cina. Tale disposizione ha attivazione immediata con scadenza 30 gennaio 2023 salvo diversa rivalutazione della situazione epidemiologica“.
La Regione Lombardia richiede un tampone molecolare a chi arriva in volo a Malpensa dalla Cina, tampone che comunque non è obbligatorio. Si tratta di una misura di prevenzione che serve anche ad accertare il tipo di variante Covid di chi arriva dal Paese asiatico. Ieri sono stati eseguiti 90 tamponi, oggi 120 e domani si avranno i primi risultati sul sequenziamento.
Si teme che i cinesi che ricominciano a viaggiare possano causare un disastro globale. Sono infatti tolte le restrizioni anti Covid in Cina dopo anni. Lo stop alla quarantena entrerà in vigore l’8 gennaio, pochi giorni prima del capodanno cinese, la festa più importante dell’anno, quando milioni di persone si metteranno di nuovo in viaggio per riunirsi a familiari e amici all’interno del Paese o al di fuori dei confini dopo tre anni di stop. Già mezzora dopo l’annuncio, i siti di viaggio sono stati presi d’assalto, con la concreta possibilità di provocare nel resto del mondo una nuova ondata di Covid ad altissimo rischio di nuove varianti.
Alcuni Paesi come Giappone e India stanno già attivando le prime misure di protezione. L’esplosione del numero di contagi e dei morti dall’inizio di dicembre, quando sono state abolite le rigide misure di contenimento a seguito dell’ondata di proteste della gente, è difficilmente misurabile anche a causa dello stop alla diffusione dei dati deciso qualche giorno fa dalle autorità di Pechino. Ma i numeri che circolano sono allarmanti. Secondo la società di ricerca britannica Airfinity, ad oggi ci sono oltre un milione di nuovi casi e almeno 5 mila morti al giorno. E la situazione rischia di peggiorare ancora. I modelli elaborati da Airfinity suggeriscono un numero di decessi compreso tra 1,3 e 2,1 milioni a seguito dell’attuale ondata di Covid in Cina.
Bassetti: “i rischi di una variante peggiore sono troppo alti”
“E’ una situazione veramente brutta, in alcune chat si parla di 10 mila morti al giorno e di ospedali al collasso. Bisogna vietare a chi proviene oggi dalla Cina di entrare in Europa senza una quarantena preventiva di 5 giorni. Solo dopo bisogna dare la possibilità di circolare liberamente“. L’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, parla con l’AGI dell dilagare dei contagi da Covid-19 in Cina.
“Deve esserci una iniziativa dell’Europa e dell’Organizzazione mondiale della sanità. Non si può aspettare altri 10 giorni, i rischi di una variante peggiore sono troppo alti visto che il virus contagerà un miliardo e mezzo di persone. Noi oggi siamo fuori completamente dal Covid e l’unico modo per ripararci è questo“, aggiunge Bassetti.
Pregliasco: “giusto rafforzare i controlli”
Oggi sul fronte pandemia “il problema principale arriva dalla Cina” che, abbandonata la politica ‘zero Covid’, sta registrando numeri record mai riportati dall’inizio dell’emergenza. “E’ necessario non farsi trovare impreparati rispetto a quello che potrebbe succedere“, avverte il virologo Fabrizio Pregliasco, commentando all’Adnkronos Salute il ritorno del tampone molecolare per la ricerca di Sars-CoV-2 all’aeroporto di Milano Malpensa, per tutti i passeggeri/operatori provenienti dal Paese asiatico. “E’ giusto il potenziamento dei controlli rispetto ai viaggiatori in arrivo dalle aree interessate“, afferma il docente dell’Università Statale di Milano, che sollecita anche “l’incremento della sorveglianza virologica, con monitoraggio e sequenziamento virale“.
Perché la situazione cinese “magari è qualcosa che non avrà conseguenze – ragiona Pregliasco – però una diffusione così ampia e veloce, in un contesto in cui tante nuove varianti possono emergere, va tenuta assolutamente a bada con interventi istituzionali e internazionali“, precisa il medico. Il suo invito è a “mantenere alta l’attenzione, con un ruolo che deve essere anche dell’Europa e dell’Organizzazione mondiale della sanità“, auspica. Il tutto “proprio per non farci trovare impreparati – ripete Pregliasco – in un’ottica di ‘pre-occupazione’, senza isterismi o negatività e sempre con un richiamo all’importanza della vaccinazione. Stiamo sereni e tranquilli, riprendiamo la nostra vita perché abbiamo battagliato per anni – conclude – ma restiamo vigili“.
Clementi:. “se il virus resta Omicron non ci sono rischi”
“La situazione è di difficile comprensione: sono passati da una chiusura chiamata ‘Covid Zero’ ad una apertura totale che ha determinato probabilmente, perché non abbiamo dati ufficiali, una diffusione del virus Omicron. Dunque non mutazioni pericolose. Se la situazione dovesse essere questa non vedo particolari rischi“.
Sono le parole all’AGI del microbiologo Massimo Clementi, professore di microbiologia e virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano e direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dello stesso ospedale, in relazione al dilagare dei contagi da Covid-19 in Cina. “Se invece il virus dovesse cambiare, ma oggi non è successo, potrebbero esserci altri rischi – dice -. Ma per ora la quarantena dalla Cina non serve: il virus è quello che è circolato da noi. Certo è che l’Oms deve farsi carico della situazione e pretendere informazioni corrette dai cinesi“.