Dopo le storiche proteste scoppiate in Cina, diverse città hanno oggi ulteriormente allentato le rigide regole anti-Covid. Da oggi la metropoli di Chengdu non richiederà più un recente test negativo per l’accesso ai luoghi pubblici o per prendere la metropolitana, ma solo un pass sanitario che confermi che il titolare non abbia attraversato una zona “ad alto rischio”. A Pechino le autorità sanitarie hanno invitato gli ospedali a smettere di rifiutare le cure in assenza di un test Pcr negativo risalente a meno di 48 ore.
Molte altre città stanno ora consentendo la riapertura di ristoranti, centri commerciali e persino scuole. Supermercati, hotel, ristoranti e stazioni sciistiche riapriranno gradualmente nella città di Urumqi, capitale della regione dello Xinjiang, dove un incendio mortale ha scatenato le prime proteste.
La città industriale di Dongguan ha annunciato che le persone che soddisfano “condizioni specifiche” dovrebbero essere autorizzate a rimanere in quarantena a casa. Anche la città di Shenzhen ha adottato una politica simile. Si tratta di un provvedimento in linea con un articolo pubblicato oggi dal Quotidiano del Popolo, l’organo del Partito comunista al governo, in cui si legge che diversi esperti sanitari sostengono le misure adottate da alcune autorità locali per consentire ai positivi di rimanere in quarantena a casa.
È una svolta importante in Cina, che fin dall’inizio ha applicato la politica “zero Covid”, tanto estrema quanto inutile: nel tentativo di frenare i contagi, si puntava sui test di massa e intere città venivano poste in lockdown anche in presenza di un solo caso positivo. Ora questa situazione sembra destinata a cambiare radicalmente, dopo le più importanti manifestazioni pubbliche avvenuta in Cina da anni.
Covid: annullato il GP di Cina di F1 di aprile
Intanto, l’organizzazione del mondiale di Formula 1 ha reso noto che il Gran Premio di Cina, in programma il 16 aprile 2023 a Shanghai, è stato annullato “a causa degli attuali problemi causati dall’emergenza Covid“. L’organizzazione spiega che si stanno studiando “opzioni alternative” per rimpiazzare la gara di Shanghai e mantenere il calendario con il numero record di 24 corse per la prossima stagione.