All’inizio della pandemia di Covid-19 il fervore anti-cinese ha alimentato la discriminazione da parte dei consumatori. Si tratta di un sentimento diffuso, che è costato ai ristoranti cinesi 7,4 miliardi di dollari di mancati guadagni nel 2020. Le perdite ammontanto al 18,4% in più rispetto ad altri tipi di ristoranti. A giungere a questa conclusionne è stato un nuovo studio dei ricercatori del Boston College, dell’Università del Michigan e di Microsoft Research. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour.
I risultati della ricerca fanno il punto sugli ampi costi economici della discriminazione anti-asiatica durante la pandemia. Analizzano inoltre il ruolo dei politici che hanno puntanto il dito contro la Cina. Nel paese orientale, infatti, il coronavirus è spuntanto per la prima volta alla fine del 2019. A spiegare le dinamiche di questo meccanismo è stato il coautore dello studio e professore assistente del Boston College di Scienze Politiche Masha Krupenkin.
Gli apprezzamenti nei confronti del cibo asiatico, cinese e non cinese, sono diminuiti nel corso della pandemia. Questo cambiamento di atteggiamento è stato guidato da un mix di assegnazione della colpa per la diffusione del Covid-19 agli asiatici e di paura del cibo cinese.
Ristoranti asiatici tra pandemia e discriminazione
“La pandemia di Covid-19 ha avuto origine in Cina”, ha affermato Krupenkin. “Molti attori della politica e dei media statunitensi, in particolare quelli ideologicamente conservatori, hanno sottolineato la connessione tra covid e Cina come un modo per incolpare la pandemia. Allo stesso tempo, c’è stato un forte aumento degli episodi di discriminazione e violenza contro gli asiatici-americani”. La pandemia ha effettivamente provocato uno “shock” alla discriminazione dei consumatori nei confronti dei ristoranti cinesi e di altri ristoranti asiatici. Si tratta di un dato rivelato dati sondaggi, dalle tendenze di ricerca online e dai dati sulla mobilità dei dispositivi cellulari dei consumatori.
“La nostra analisi stima che lo stigma correlato al Covid e l’odio anti-asiatico siano costati alle aziende asiatiche americane 7,42 miliardi di dollari di mancati ricavi nel 2020″. Lo studio evidenzia inoltre “come il sentimento negativo nei confronti delle entità straniere possa riversarsi nella discriminazione dei consumatori nei confronti delle minoranze nazionali“, ha affermato il coautore Justin T. Huang. “Questi modelli riecheggiano il modo in cui i musulmani americani hanno affrontato discriminazioni, odio e stigma diffusi dopo l’11 settembre ed esemplificano il modo in cui alcuni gruppi minoritari americani sono percepiti attraverso la lente dello stereotipo dello straniero perpetuo“, precisa Huang.
L’odio razziale
Secondo il team di ricerca forte influenza ha avuto la politica. E’ stato rilevato che la discriminazione anti-asiatica era più forte nelle aree che avevano una percentuale più alta di residenti che hanno votato per Donald Trump nel 2016. Secondo l’organizzazione Stop AAPI Hate, tra marzo 2020 e dicembre 2021 sono stati segnalati quasi 11.000 episodi di odio contro asiatici americani e abitanti delle isole del Pacifico. “Sebbene siano state condotte ricerche sulla violenza contro gli asiatici-americani, la maggior parte degli atti di discriminazione sono più sottili“, ha affermato Krupenkin. “Abbiamo deciso di misurare una di queste forme più sottili di discriminazione: la discriminazione dei consumatori. Questo ci ha permesso di esaminare una forma molto più comune – ed economicamente significativa – di discriminazione contro gli asiatici-americani”.
Il team, tra cui anche Julia Lee dell’Università del Michigan e David Rothschild di Microsoft Research, è stato sorpreso di scoprire che i pregiudizi anti-cinesi tra i consumatori hanno influenzato anche i ristoranti che servono cucina di altre culture asiatiche. I consumatori a volte identificano erroneamente altri ristoranti asiatici come cinesi. La consuguenza è la diminuzione delle visite anche a quei ristoranti.
“Trump e i media conservatori avevano collegato in modo molto approfondito Covid alla Cina in particolare, quindi è stato sorprendente vedere una diminuzione delle visite anche ad altri ristoranti asiatici“, ha detto Krupenkin. “Abbiamo testato questo in modo più approfondito e abbiamo scoperto che molti americani identificano erroneamente altri ristoranti asiatici come cinesi, il che probabilmente spiega gli effetti di ricaduta che abbiamo visto“.
Ulteriori ricerche
I ricercatori hanno poi analizzato le sfide economiche uniche affrontate dagli asiatici americani durante la pandemia di Covid-19. La ricerca ha dunque implicazioni sostanziali per lo studio della discriminazione e della stigmatizzazione dei consumatori nelle comunicazioni sulla salute pubblica. Come ha spiegato Krupenkin, si procederà ora ad esaminare ulteriormente e collegare i modelli di discriminazione alle narrazioni negative dei media su gruppi specifici.