Dopo Dino Baggio un altro big confessa: “facevo 2 punture prima di ogni partita, non ho mai saputo cosa c’era dentro”

Doping nel calcio, anche Walter Sabatini ammette di aver assunto sostanze di cui non conosce la natura: dopo Dino Baggio un altro big del calcio evidenzia preoccupazioni
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Questo è un discorso non certo di oggi. E’ un fatto inquietante che preoccupa ma è una storia obsoleta, a partire dalla morte di Beatrice. Non è un certo un discorso riferibile a Gianluca Vialli. C’è stata una moria di giocatori lunghissima per cui i sospetti sono consistenti e anche giustificabili, legati anche a metodi adottati una volta e che non erano probabilmente legati ad un sistema di doping ma un sistema di sostegno integrativo che portato a dosi eccessive può aver condotto a qualche problematica importante nel futuro“. Così a LaPresse il dirigente sportivo ed ex calciatore Walter Sabatini, in riferimento alle dichiarazioni di Dino Baggio secondo cui il doping nel calcio c’è sempre stato.

E’ inquietante e preoccupante e lascia un velo di sospetto sulle nostre regole etiche e sul calcio che è universale con tutte le magagne che si porta dietro – aggiunge Sabatini – Ora però sto pensando a Vialli in maniera diversa, non lo penso come un oggetto di indagine“.

Ci si accorge dopo dei danni? Ci sono passato anche io quando avevo 18 o 20 anni, passavano i medici ti facevano punture e non sapevo quello che ti iniettavi. E il rischio è insistito per tutti, a parte qualcuno che voleva le informative. Io mi facevo puntualmente due punture prima della partita senza mai fare una domanda, mi fidavo dei medici. Per adesso sono stato fortunato e non ho al momento un ritorno così negativo. Diciamo che era la prassi“, aggiunge Sabatini. “Gli integratori ora sono diventati più raffinati, evoluti e controllati. Sono come tutti perplesso ma Gianluca in questo momento lo lascerei stare, mi dispiace coinvolgere un ragazzo morto 10 giorni fa. Non credo che ci sia il doping nel calcio, alcuni medici ricorrono ad integratori. Ma è sempre un problema di quantità, è quella che viene forzata”, conclude il ds.

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