Alcuni cani possono ululare in risposta a determinati stimoli, come il suono delle campane, delle sirene o quando ascoltano la musica. Un’indagine sui meccanismi di questo curioso comportamento animale pubblicata sulla rivista Communications Biology, è stato condotto dagli scienziati del Dipartimento di Etologia presso la Eotvos Lora’nd University (ELTE). Il team, guidato da Fanni Lehoczki, ha esaminato 68 cani di razze pure, che sono stati esposti al suono di ululati di lupi. Gli ululati, spiegano gli autori, sono generalmente associati ai lupi, che emettono questi suoni per comunicare attraverso le lunghe distanze, per segnare i confini del territorio e per localizzare i propri simili. I ricercatori hanno osservato le reazioni dei cani in base alle somiglianze genetiche delle varie razze con i lupi. “Abbiamo scoperto – riportano gli scienziati – che le razze piu’ simili ai lupi erano più inclini a rispondere con gli ululati, mentre i lignaggi più lontani tendevano ad abbaiare. Sembra che sebbene l’ululato sia presente nel repertorio della maggior parte delle razze, abbia perso la sua funzionalità a causa del mutato ambiente sociale, per cui i cani moderni lo utilizzano in contesti diversi”. Allo stesso tempo, commentano gli studiosi, gli esemplari che ululavano più spesso mostravano comportamenti legati allo stress in queste situazioni.
“Le razze più antiche e più vicine ai lupi – osserva Tama’s Farago’, altra firma dell’articolo – potrebbero rispondere allo stimolo stressante dovuto alla presenza di altri animali e pertanto l’ululato avrebbe un significato di allontanamento e demarcazione del territorio, come per i lupi”. Il gruppo di ricerca ha esaminato inoltre gli effetti di altri fattori, come il genere o lo stato riproduttivo degli animali in relazione alle vocalizzazioni.
“I maschi castrati si comportano in modo diverso – spiega Lehoczki – l’assenza di testosterone risulta associata a una probabilità più elevata di emettere ululati. Dato che in questo caso gli animali potrebbero essere più spaventati, la vocalizzazione potrebbe intimare agli altri esemplari di non avvicinarsi.
I risultati supportano l’ipotesi che l’addomesticamento e l’allevamento selettivo da parte dell’uomo abbiano cambiato radicalmente il repertorio vocale dei cani, in particolare per ciò che concerne la produzione di ululati nei cani. Questi dati sono utili per la comprensione della storia e dell’impatto della relazione profondamente importante tra la nostra specie e i nostri amici a quattro zampe”.