Una parte degli atti della maxi indagine della Procura di Bergamo sul Covid è stata trasmessa alla Procura di Roma per competenza territoriale. Secondo quanto si apprende, gli atti riguardano il mancato aggiornamento del piano pandemico e vedono indagati a Bergamo gli ex Ministri della Sanità Speranza, Lorenzin, Grillo e una serie di tecnici del Ministero. I Pm romani ora vaglieranno le posizioni e decideranno se procedere ad una nuova iscrizione anche a Piazzale Clodio.
In totale, sono 11 gli indagati presenti nel fascicolo trasmesso a Roma a metà novembre del 2022. I tre ex ministri – Speranza, Grillo e Lorenzin – sono ritenuti dalla Procura di Bergamo essere “i responsabili dell’omessa istituzione/rinnovo del Comitato nazionale per la pandemia“, individuati nei Ministri della Salute pro-tempore. È finito nello stralcio anche il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro, ma per lui l’ipotesi è di truffa in riferimento a erogazioni pubbliche.
La posizione dell’ex Ministro Speranza è stata trasmessa al Tribunale dei Ministri di Brescia. I tre ex ministri relativamente al mancato aggiornamento del piano pandemico sono indagati a Bergamo per omissione d’atti. Speranza sempre a Bergamo risponde anche della mancata attuazione del piano pandemico e per questo la posizione di Lorenzin e Grillo appare più attenuata.
Nell’atto vengono indagati e indicati come “responsabili per i dati falsi comunicati a Oms e Commissione Europea attraverso appositi questionari” l’ex numero due dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Ranieri Guerra e quattro ‘tecnici’ del Ministero della Salute (Claudio D’Amario, Francesco Maraglino, Loredana Vellucci e Mauro Dionisio). Guerra deve rispondere anche del “mancato aggiornamento del piano pandemico e dell’omessa definizione dei piani di dettaglio”. Con lui sono indagati per rifiuto in atti d’ufficio anche l’allora direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute Giuseppe Ruocco e i direttori dell’ufficio 5 che si sono succeduti, ossia Maria Grazia Pompa e Francesco Maraglino.
Guerra: “questionario Oms compilato da capiufficio”
“Ancora non mi è stato comunicato nulla”, ma “comunque i questionari dell’Oms sono stati compilati dai capiufficio“. Lo ha detto all’Adnkronos Salute Ranieri Guerra, ex direttore generale dell’Ufficio di Prevenzione del Ministero della Salute e già direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Verbale Grillo: “non ricordo la richiesta di aggiornare il piano pandemico”
“Non ricordo che ci sia stato qualche dirigente che sia venuto fisicamente a rappresentarmi la necessità strategica di aggiornare il piano“. A parlare è l’ex Ministro della Salute Giulia Grillo, ascoltata dai pm di Bergamo il 3 marzo 2021 per rispondere se avesse mai letto un appunto relativo all’aggiornamento del piano pandemico. “Mi chiedete se siano state prese iniziative per aggiornare il piano pandemico e riferisco che non ricordo nello specifico. Ricordo che abbiamo lavorato tanto sull’attività della prevenzione. L’attività di aggiornamento del piano pandemico aveva natura prettamente tecnica e pertanto era di competenza dei vari dirigenti presenti in seno al Ministero”, replica l’ex Ministro.
“Ricordo di aver chiesto più volte al segretario generale le varie scadenze sia a livello normativo che amministrativo e cercavo di dare impulso a dette attività. A tale scopo, facemmo con il mio staff più di una riunione per capire se fosse possibile acquistare un gestionale per conoscere l’iter di avanzamento delle attività poste in essere all’interno del Ministero. Non ho memoria di attività connesse all’aggiornamento del piano pandemico”, spiega. “Non ricordo che mi sia stata rappresentata la necessità di precedere a eventuali capitoli di spesa dedicati per l’aggiornamento del piano pandemico. Posso dire che il 5% del fondo sanitario nazionale della Sanità viene destinato ai piani regionali della prevenzione. Nessuno mi ha rappresentato la necessità di aggiornamento del piano pandemico o della necessità di destinare dei fondi a tale scopo”, prosegue.
“Mi chiedete se Ruocco mi avesse mai rappresentato della necessità di aggiornare il predetto piano, anche alla luce delle direttive europee, e riferisco che non ricordo che lo stesso mi avesse rappresentato tale necessità“. Anzi, “riferisco che ero io che molte volte davo l’impulso per conoscere l’avanzamento delle attività per il tramite del capo di Gabinetto e delle varie scadenze. Inoltre, rappresento che anche nel corso dell’attività parlamentare precedente alla nomina di ministro avevo sentito parlare del piano pandemico, ma non approfonditamente anche perché si tratta di qualcosa che non rientrava proprio nell’attività politica ma in quella prettamente tecnica“, conclude Giulia Grillo.