Il terremoto in Umbria è stato molto più superficiale del previsto. Non è avvenuto alla profondità di 10 chilometri, come indicavano le stime iniziali, ma a soli cinque chilometri, e questo spiega perché sia stata percepito in un’area molto estesa. Lo ha detto all’ANSA il sismologo Mario Anselmi, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). “Il fatto che sia stato un terremoto molto superficiale giustifica il fatto che a Umbertide e a Perugia i risentimenti siano stati molto forti anche ai piani bassi. Nelle valli intramontane – ha aggiunto l’esperto – avviene un fenomeno di amplificazione delle onde sismiche”.
Ci vorrà invece ancora un po’ di tempo per conoscere le caratteristiche della faglia che si è attivata: “è presto per determinarla con certezza, nella sala sismica si continua a lavorare ed è in corso la valutazione”, ha osservato il sismologo. “Fin da adesso – ha aggiunto – si può comunque dire che si tratta di un terremoto classico, di natura distensiva caratteristica dell’area degli Appennini, come ci si aspetta in una zona interessata da terremoti storici”. Si continuano intanto a registrare le repliche, di magnitudo compresa fra 0,8 e 1,5. “Nelle prossime ore ci aspettiamo scosse più piccole, ma non si possono escludere terremoti di magnitudo maggiore perché i terremoti sono fenomeni imprevedibili”, ha rilevato Anselmi.