Il terremoto di oggi a Catania e la riattivazione della faglia Alfeo-Etna che fa sempre più paura

Il terremoto di oggi a Catania segue quello che esattamente un anno fa, il 16 aprile 2022, aveva sancito la riattivazione della Alfeo-Etna: adesso fa sempre più paura
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Il forte terremoto di magnitudo 4.4 che alle 14:06 di oggi ha scosso in modo particolarmente violento Catania, ha scatenato il panico in città. Migliaia di persone si sono riversate in strada impaurite, tante strutture (scuole, uffici, centri commerciali) sono state evacuate per un sisma particolarmente lungo e intenso che ha avuto epicentro nel mar Jonio appena al largo del litorale di Ognina e di Aci Castello, nella zona Nord della città etnea. Fortunatamente la scossa s’è verificata a 17.2km di profondità: se fosse stata più superficiale, avrebbe certamente potuto provocare danni.

Catania è una città ad alto rischio sismico: insieme a Messina, Reggio Calabria, Siracusa e Ragusa, è una delle città a più alto rischio sismico d’Italia e dell’intera Europa, insieme a poche altre realtà di Grecia e Turchia. Particolare curioso è che un anno fa, esattamente un anno fa (il 16 aprile 2022), si era verificata una scossa molto simile di magnitudo 4.2 con epicentro sempre nel mar Jonio, un po’ più a Sud rispetto ad oggi (al largo di Augusta), lungo lo stesso sistema di faglia che ha generato la scossa di oggi, e cioè la faglia Alfeo-Etna che è un enorme struttura sismogenetica del mar Jonio. Si tratta di un enorme sistema di faglie, lungo fino a un centinaio di chilometri, ubicato ad est della più famosa scarpata Ibleo-Maltese, che aveva generato uno sciame continuo di terremoti minori già da novembre del 2021.

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I dati e le parole degli esperti sulla riattivazione della faglia Alfeo-Etna

I dati geologici e geofisici acquisiti a mare con diverse navi oceanografiche a partire dall’agosto 2014 fino al dicembre 2021 “indicano che la zona di deformazione, con direzione nordovest-sudest, della faglia Alfeo-Etna modifica chiaramente il fondale marino al largo della costa ionica, collegandosi lungo la Timpa di Acireale con i sistemi di faglia attivi del versante orientale dell’Etna. Nel complesso i dati morfo-strutturali, geodetici e sismologici, i profili sismici e le mappe batimetriche mostrano come caratteristiche geometriche e cinematiche simili caratterizzino l’intera fascia di deformazione sul fianco orientale del vulcano e nell’offshore ionico” ha spiegato Carmelo Monaco, scienziati dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’Università di Catania.

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