Il déjà vu, quel fenomeno affascinante e spesso inquietante, è una sensazione con cui molti di noi sono familiari. L’impressione di aver già vissuto una situazione, una sorta di viaggio nel passato, ci coglie in un istante, facendoci dubitare della realtà stessa. Tuttavia, ciò che pochi sanno è che esiste un suo opposto altrettanto misterioso e angosciante: il jamais vu. Questa sensazione ci fa percepire come nuovo o sconosciuto qualcosa di quotidiano e ben noto, come se lo stessimo vedendo per la prima volta con occhi completamente nuovi.
La ricerca che ha recentemente vinto il premio IgNobel per la letteratura si è dedicata allo studio del jamais vu, rivelando collegamenti interessanti tra questo fenomeno e la ripetizione prolungata di parole e concetti. Gli autori dell’indagine, nel loro articolo su The Conversation, hanno condiviso scoperte sorprendenti e approfondito le connessioni tra la mente umana e le strane sensazioni del déjà vu e del jamais vu.
Jamais Vu: quando la ripetizione perde di significato
Gli autori della ricerca sul jamais vu hanno condotto un esperimento in laboratorio stimolando il déjà vu utilizzando serie di parole logicamente collegate e una parola completamente sconnessa per confondere il cervello. I risultati indicano che il déjà vu potrebbe comparire quando il sistema cerebrale dedicato al riconoscimento di esperienze familiari viene temporaneamente desincronizzato dalla realtà, creando l’illusione di familiarità inesistente.
Il jamais vu, d’altro canto, è stato studiato attraverso un esperimento che coinvolgeva studenti universitari. Chiesto loro di scrivere ripetutamente una parola fino a sperimentare sensazioni strane, molti partecipanti hanno descritto la sensazione di perdere il controllo della mano o la percezione che le parole stessero perdendo di senso. Queste esperienze estranianti, associate al jamais vu, emergono dopo una ripetizione di parole, in media, per 33 volte di seguito. Gli studiosi collegano questo fenomeno a un meccanismo di difesa del cervello che cerca di estraniarsi da situazioni troppo ripetitive, cercando di valutare la realtà circostante.
Ripetere gesti consecutivamente o fissare uno stimolo per un periodo prolungato può portare a un cambiamento o addirittura alla perdita totale di significato per il soggetto. Secondo gli autori, questo è un modo in cui il cervello si disimpegna da compiti monotoni, cercando di valutare la situazione e assicurarsi che tutto sia in ordine.
Il futuro dell’indagine cerebrale: tra Déjà Vu e Jamais Vu
La ricerca ha fruttato ai suoi autori il premio IgNobel per la letteratura, riconoscendo lo studio sulle sensazioni legate alla ripetizione prolungata di parole. Questo successo li motiverà probabilmente a continuare a esplorare i misteri della mente umana, compresi fenomeni correlati come il déjà vécu, il presque vu, il déjà rêvé o il déjà entendu.
Nonostante siano stati fatti passi avanti, questi fenomeni rimangono enigmi intriganti che ci spingono sempre di più a sondare le profondità della nostra mente e a cercare di comprendere le complesse connessioni tra cervello e percezione. La strada verso la comprensione completa può essere ancora lunga, ma ogni scoperta ci avvicina un po’ di più alla rivelazione dei segreti custoditi nel nostro organo più misterioso: il cervello umano.