L’inquietante spettacolo della neve chimica imbianca la pianura Padana | FOTO

Non solo gelo e galaverna, ma anche la neve chimica questa mattina in pianura Padana: ha imbiancato le periferie di Parma e Verona e alcune zone della Romagna come Lugo
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    Lugo (Ravenna)
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    Parma
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    Verona
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Questa mattina molte località della pianura Padana si sono svegliate imbiancate dal fenomeno della neve chimica, misto alla galaverna dovuta al grande gelo di queste ore. Le temperature minime in pianura padana sono crollate fino a -7,0°C a Casola Canina (Bologna), -6,9°C a Botteghino di Zocca (Bologna), -6,7°C a Faenza (Ravenna), -6,2°C a Piratello (Bologna) e Toscanella (Bologna), -5,4°C a Reggio Emilia, -5,1°C a Campedello (Vicenza), -4,6°C a Strada del Cristo (Parma), -4,5°C a Marzaglia (Modena), -4,4°C a Portogruaro (Venezia), -4,3°C a Cesenatico, -4,1°C a Ponte San Nicolò (Padova) e Gaiarine (Treviso), -3,7°C a Peschiera del Garda (Verona), -3,6°C a Verona.

A causa dell’anticiclone, in pianura Padana persiste da giorni un compatto strato di nebbia carico di smog: così si è generata la neve chimica che questa mattina ha imbiancato molte località, tra le più importanti Parma e Verona ma anche Lugo (Ravenna) e altri centri minori.

Cos’è la neve chimica che sta colpendo la pianura Padana

La neve chimica apparentemente sembra come la neve reale però è generata dalle particelle inquinanti presenti in atmosfera da cui si formano veri e propri fiocchi di piccole dimensioni, che talvolta riescono addirittura ad imbiancare il paesaggio proprio come sta accadendo questa mattina (vedi foto a corredo dell’articolo).

Lo strato di nebbia freddissima presente ai bassi strati è come se fosse una nuvola all’interno della quale avvengono i processi che innescano le precipitazioni. Se ai bassi strati l’atmosfera è inquinata, a causa della presenza di grandi complessi industriali che immettono grosse quantità di nuclei di condensazione, ecco che si forma una precipitazione che viene chiamata, appunto, neve chimica.

A provocare la neve chimica sono sostanze prodotte dall’inquinamento industriale come il solfuro di rame, l’ossido di rame, gli ioduri di mercurio, di piombo o di cadmio e i silicati. Queste particelle hanno una struttura simile a quella dei cristalli di ghiaccio esagonali e quindi funzionano bene da inneschi dei fiocchi di neve. Le nevicate chimiche non durano a lungo: esaurite le particelle inquinanti presenti nell’atmosfera, cessa anche la nevicata.

La prima “neve chimica” in pianura Padana risale ai giorni di Natale del 1984, quando a Segrate, nel Milanese, si verificò un’inattesa nevicata con nebbia. Da allora il fenomeno si è ripresentato più volte, specialmente in condizioni di alta pressione e inversione termica con nebbia al suolo. Famoso anche il caso di Paderno Dugnano, sempre nel periodo natalizio del 2008, in una zona semi-industriale con nebbia e ben 2cm di neve fresca al suolo, con temperatura di -4°C, il tutto in un solo km, come spesso accade per queste nevicate che sono molto localizzate.

La differenza tra galaverna e neve chimica

Galaverna e neve chimica sono due fenomeni meteo ben differenti. La galaverna, infatti, non cade dal cielo ma si forma al suolo lì dove c’è esposizione alla nebbia ghiacciata. Stamani in pianura Padana abbiamo sia uno che l’altro fenomeno. Solitamente la galaverna o la neve chimica riescono ad imbiancare le strade solo con un sottile velo, che raramente raggiunge lo spessore di 1-2 centimetri, ma tanto basta per rendere insidioso l’asfalto e suggestivo lo scenario, come se fosse neve.

Grande gelo anche nelle zone interne dell’Appennino

Risveglio polare questa mattina anche nelle zone interne dell’Appennino, con temperature glaciali a quote bassissime: la temperatura è crollata fino a -11,6°C a Cascia, -9,4°C a Castel di Sangro, -9,2°C a Castelfidardo, -8,6°C a Chiusdino (Siena), -7,5°C a Nepi, -5,9°C a Foligno, -5,8°C a Isernia, -5,5°C ad Avezzano, -5,4°C a Civita Castellana e Norcia, -4,8°C a Umbertide, -3,3°C a Benevento.

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