Missione Ax-3, ultimi giorni di quarantena per Walter Villadei: “famiglia fondamentale, porterò il tricolore sulla ISS”

Ultimi preparativi per la missione Ax-3, Walter Villadei: "ci prepariamo con giornate che sono estremamente intense"
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Mancano pochi giorni al lancio della missione Voluntas della Difesa italiana con la quale il Colonnello dell’Aeronautica Militare Walter Villadei soggiornerà per 2 settimane sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), nell’ambito della missione commerciale Ax-3 della compagnia privata americana Axiom Space. La partenza da Cape Canaveral della navetta Crew Dragon di Space X è prevista nella serata del 17 gennaio.

A bordo anche un passeggero speciale, presentato al resto dell’equipaggio dal comandante Michael Lopez-Alégria. “Questa mascotte si chiama GiGi – ha spiegato Villadei – e in realtà gli ho fatto notare che per noi è un nome maschile ma lui mi ha detto: no, questa è comunque un’orsetta. In realtà, questa GiGi viene dal fatto che questo oggetto è il nostro G-indicator quindi è l’oggetto che tradizionalmente, così come sulla Sojuz, si porta a bordo e da subito, fluttuando, dà l’idea del raggiungimento della microgravità”.

Villadei è stato raggiunto online da askanews in Florida, dove sta trascorrendo gli ultimi giorni di quarantena prima del lancio. “L’equipaggio in queste due settimane innanzitutto è un po’ in una bolla di protezione – ha spiegato l’astronauta – in un ambiente controllato che può interagire solamente con poche persone che stanno trascorrendo con noi questa quarantena che è personale medico e personale di supporto. Come la viviamo? La viviamo preparandoci con giornate che sono estremamente intense con sveglia abbastanza presto la mattina, intorno alle 7, dopodiché ci sono una sequenza di attività che vanno dall’allenamento anche fisico per arrivare pronti, non stanchi ma carichi di energie per il giorno del lancio; ripassiamo le procedure, stiamo approfondendo quelle relative agli esperimenti che continuano ad essere gradualmente in via di perfezionamento, monitoriamo quelle che sono le fasi di integrazione della navetta con il lanciatore e abbiamo tutta una serie di briefing; e poi interagiamo con il mondo circostante per raccontare quello che l’equipaggio sta facendo e condividerlo con il mondo esterno”.

La famiglia è un supporto fondamentale, straordinario – ha aggiunto Villadei – porterò alcune cose della mia famiglia, non molte perché gli spazi sono limitati ma porterò delle foto che raccontano un pochino la storia della nostra famiglia da quando le nostre figlie erano piccole, porterò il mio anello nuziale e porterò poi alcune altre cose a cui tengo particolarmente, un piccolo oggetto che non è un orsacchiotto ma un oggetto con il quale le mie figlie erano solite giocare e addormentarsi quando erano piccole. E, sempre parlando di famiglia ma un po’ più allargata, porterò il mio gagliardetto d’Accademia il gagliardetto del corso d’Accademia il “Pegaso”, e questo è perché l’Aeronautica è una famiglia, il nostro corso d’accademia è una famiglia allargata; ragazzi che a 18 anni decidono di intraprendere questo percorso e che per anni continuano a vivere insieme, ancora oggi ci scambiamo messaggi quotidianamente e questa è un’altra parte fondamentale della famiglia“.

“Il Presidente del Consiglio – ha concluso l’astronauta – ha speso delle parole molto belle per questa missione, identificandola come un passaggio fondamentale per l’Italia, per continuare a mantenere quel ruolo di primo piano, di apripista che ha sempre avuto in questi ultimi sessant’anni e quindi devo dire che questo tricolore è la cosa più cara che porto ed è la bandiera, il simbolo che ci rappresenta tutti quanti e che porterò a bordo e riporterò con grande piacere e un grande senso di onore e gratitudine a terra per riconsegnarla alle istituzioni“.

Villadei: “ecco cosa succederà nelle 36 ore dal lancio all’arrivo sull’ISS”

Durante la fase di lancio e d’inserimento in orbita ci sono due fasi principali: la prima è quella del decollo, quando il countdown arriva a zero, i motori del Falcon 9 si accendono, gradualmente iniziano a spingere tutto il lanciatore e la navetta per arrivare da zero fino a 220km, a circa 28.000 chilometri orari di velocità. In questa fase, la navetta è il carico passivo che è in attesa di ricevere questa spinta per arrivare in orbita, l’equipaggio, quindi il pilota e il comandante, sono agli schemi a controllare che tutte le attività procedono normalmente. Abbiamo dei dispositivi di emergenze in caso debbano essere attivati ma è una sequenza molto automatica. Appena arriviamo in orbita, chiaramente questa navetta dev’essere attivata, anche qui c’è un elevato grado di automatismo, il nostro primo compito è quello di seguire le procedure e controllare il funzionamento dei sistemi. Se ci sono delle anomalie ci coordiniamo con il comandante per effettuare delle procedure e poi dobbiamo mantenere i canali di comunicazione aperti con la Terra e, quindi, c’è uno scambio continuo d’informazioni. L’ultima cosa che faremo, in questa prima fase, è poi ordinare tutto per toglierci la tuta e metterci quello che dovremmo vestire per trascorrere queste 36 ore che, nel nostro caso, ci separano dal decollo all’arrivo a bordo della Stazione“. Così il Colonnello dell’Aeronautica Militare Walter Villadei, intervistato da askanews.

“Io darei agli allievi dell’Accademia un consiglio ma è lo stesso consiglio che darei a qualunque altro studente o studentessa, ragazza o ragazzo in Italia o in giro per il mondo: innanzitutto credere nei propri sogni. Chiaramente i ragazzi che sono entrati in Accademia hanno già una parte del loro sogno perché hanno già fatto una scelta molto importante, quindi sono già avviati in un certo percorso ma la cosa fondamentale di cui tener conto è che non esistono, per arrivare a realizzare alcuni sogni, sempre gli stessi percorsi e io ne sono una prova. Sono un astronauta italiano che ha seguito un percorso leggermente diverso dagli altri, nonostante l’addestramento sia esattamente fatto nello stesso modo e negli stessi posti. Quindi anche avere la flessibilità, la pazienza e la determinazione di perseverare e di guardare anche eventualmente in direzioni dove non tutti stanno guardando e trovare la propria strada per poi realizzare i propri sogni”, ha detto ancora.

Villadei: “Ax-3 apre un nuovo capitolo della partecipazione italiana allo spazio”

La missione Axiom-3 è una missione nuova che apre un capitolo nuovo della partecipazione dell’Italia allo spazio; il Centenario dell’Aeronautica Militare ha lanciato non solo la Difesa ma l’Italia, aggregando attorno a questa missione diversi soggetti sia istituzionali sia industriali, il mondo della ricerca scientifica, l’Agenzia Spaziale Italiana. È decisamente un capitolo nuovo che si apre, di partecipazione ad una economia spaziale che sta diventando sempre più rilevante, con partecipazione dei privati che oggi dimostrano di avere capacità tecnologico-operative che, un tempo, erano ipotizzabili solamente da parte di entità governative come le agenzie spaziali. La missione inizia a gennaio del 2024 che è per l’Italia un anno straordinario, ricordiamo i sessant’anni del lancio del San Marco 1, una straordinaria intuizione del Generale Broglio, ancora una volta, al tempo, l’Aeronautica Militare insieme alla università di Roma e al CNR; quindi quel tipo di sinergia già al tempo e che anche oggi si ripropone dimostra che l’Italia ha una visione e una capacità straordinaria”, ha detto ancora Villadei, intervistato da Askanews.

Il portfolio di esperimenti che portiamo in orbita è decisamente variegato – ha continuato l’astronauta – dal punto di vista del Ministero della Difesa che guarda allo spazio come opportunità di crescita anche operativa in termini di competenze, abbiamo degli esperimenti proposti e sviluppati dall’Aeronautica e sviluppati che puntano a capire, innanzitutto, anche come si modifica l’organismo umano in queste condizioni. In particolare farò un esperimento che punta a vedere come la risposta endoteliale in microgravità differisce da quella dei piloti da caccia quando sono sottoposti ad elevate accelerazioni. Un altro esperimento molto importante dal punto di vista operativo e ISOC, lo stesso acronimo del nostro Italian Space Surveillance and Tracking Operation Center che punta ad effettuare una demo operativa a bordo dell’ISS da cui mi collegherò da bordo a terra, utilizziamo un software sviluppato dall’Aeronautica accedendo a un data base operativo e lì farò delle simulazioni per vedere come poter pianificare un’eventuale manovra di spostamento della Stazione e calcolare il rischio con riferimento a questi debris operativi e il software fornisce anche informazioni pregiati importanti sulle condizioni della meteorologia spaziale, dello space weather, quindi operativamente, una grande concentrazione sull’utilizzo dello Spazio per crescere in questo settore. Dal punto di vista scientifico, l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) ha proposto degli esperimenti estremamente interessanti, in particolare due cercano di capire come alcuni processi neurodegenrativi possano innescarsi quindi alcuni di questi fenomeni saranno studiati in microgravità, portando sia delle cellule sia delle particelle per vedere queste dinamiche di aggregazione delle proteine che innescano malattie come il Parkinson e l’Alzheimer. Dal punto di vista industriale invece porteremo degli esperimenti in termini di nuovi tessuti e nuove tute spaziali ma anche tessuti in grado di schermare dalla radiazione e esperimenti sulla pasta che puntano a guardare al cibo non solo come momento di aggregazione conviviale a bordo della Stazione ma, in questo caso, per capire come implementare e sviluppare il futuro prodotti semmai più funzionali per gli astronauti”.

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