Terre Rare: l’Italia rivoluziona la sostenibilità con materiali compositi

"Ci siamo inventati un modo rivoluzionario rispetto all’esistente - sostituire un materiale raro con un materiale nuovo"
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La crescente difficoltà dell’Europa nel reperire terre rare, con la Cina che attualmente copre il 49% del fabbisogno globale, ha portato a una situazione critica accentuata dalle crisi geopolitiche. In risposta a questa sfida, il governo italiano ha annunciato la riapertura delle miniere nazionali per estrarre materiali cruciali come litio, grafite, uranio, cobalto, titanio e tungsteno, indispensabili per la produzione di batterie e processi sostenibili. Tuttavia, l’impatto ambientale ed economico di queste estrazioni è notevole, spingendo ricercatori italiani a cercare soluzioni innovative.

Il progetto di Ca’ Foscari

Due fisici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia hanno intrapreso un’iniziativa pionieristica per affrontare la crescente dipendenza da terre rare. La Fondazione Rara Ets, fondata per promuovere la ricerca su tecnologie e materiali sostenibili, sta conducendo una sperimentazione che potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo la scarsità di materiali cruciali.

L’approccio innovativo della fondazione si basa su una visione audace: sostituire completamente le terre rare con materiali compositi. Questi materiali, leghe sviluppate attraverso un approccio sperimentale e un sofisticato software, promettono di mantenere le stesse proprietà dei materiali rari senza incorrere nei pesanti costi ambientali ed economici associati alle estrazioni tradizionali.

Il ruolo chiave della Fondazione RaRa

Il team della Fondazione RaRa, guidato dal professor Stefano Bonetti di Ca’ Foscari, ha adottato un approccio multidisciplinare che spazia dalla fisica della materia alla fisica teorica e all’informatica. Questa sinergia di competenze ha permesso lo sviluppo di un algoritmo innovativo capace di ottimizzare la ricerca di materiali alternativi in modo molto più efficiente rispetto ai metodi tradizionali.

Il professore Bonetti ha dichiarato: “Ci siamo inventati un modo rivoluzionario rispetto all’esistente sostituire un materiale raro con un materiale nuovo. Il nostro algoritmo è così generale che vale per qualsiasi materiale, da silicio e alluminio a litio, manganese o coltan.”

Impatti e prospettive future

L’adozione di questa tecnologia potrebbe posizionare l’Italia come un punto di riferimento per le industrie impegnate nella transizione ecologica, con impatti significativi a livello economico, strategico e geopolitico. Inoltre, la Fondazione RaRa sta già conducendo sperimentazioni avanzate per la produzione di magneti senza l’uso di materiali rari come il neomidio, evidenziando il potenziale di questo approccio innovativo.

L’Italia, attraverso la ricerca pionieristica della Fondazione RaRa, sta affrontando la sfida delle terre rare con creatività e innovazione. L’approccio basato su materiali compositi potrebbe rappresentare una soluzione sostenibile e alternativa alle estrazioni tradizionali, ponendo il nostro Paese al centro della transizione verso un’economia più verde e sostenibile. Mentre la Fondazione cerca fondi per il suo sviluppo, l’interesse istituzionale e privato evidenzia la rilevanza di questa innovazione che potrebbe plasmare il futuro dell’approvvigionamento di materiali critici.

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