Coltivare ortaggi freschi nello spazio: una serra che si adatta alla crescita delle piante

Space V propone una soluzione innovativa per la coltivazione nello spazio: una serra brevettata chiamata Adaptive Vertical Farm
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La NASA intende riportare l’uomo a mettere piede sulla Luna nei prossimi anni, ma questa volta con l’obiettivo di restarci, costruendo una base lunare che possa poi servire da trampolino verso l’altro grande obiettivo dell’esplorazione spaziale: Marte. In quest’ottica, le missioni spaziali saranno di lunga durata, comportando sfide e rischi non affrontati finora. Nelle missioni di lunga durata, un fattore importante è rappresentato dall’alimentazione degli astronauti. In particolare, un tema di grande interesse è quello dell’alimentazione basata anche sul consumo di vegetali freschi.

Space V (dove V sta per vegetables), start-up e spin-off dell’Università di Genova, propone una soluzione innovativa per la coltivazione nello spaziouna serra brevettata chiamata Adaptive Vertical Farm (AVF), in grado di adattare il volume disponibile per le piante in base al loro livello di crescita, massimizzando l’efficienza in ambienti ristretti e riducendo il consumo energetico.

Perché una serra “adattiva”?

Sulla Terra le piante vengono coltivate in serre che hanno un volume adatto ad accogliere le piante stesse in tutte le fasi della loro crescita. Le serre verticali sono dotate di ripiani ad altezze fisse che accolgono le coltivazioni, dal seme alla raccolta.

La serra verticale di Space V adatta progressivamente il volume disponibile per ogni pianta in base al suo livello di crescita: un sistema meccatronico per il movimento automatico dei ripiani di coltivazione, gestito con algoritmi di Intelligenza Artificiale attraverso un Decision Support System (DSS), ottimizza l’altezza dello spazio tra i ripiani in base al preciso livello di crescita delle piante in ogni ciclo di produzione.

Uno studio dell’Università di Genova ha dimostrato che la resa produttiva di una serra adattiva aumenta dell’108% rispetto a una serra verticale tradizionale, con un notevole risparmio energetico e lo sfruttamento quasi totale del volume disponibile. Se anche la parte della serra che contiene il substrato dell’apparato radicale fosse adattiva, il guadagno di resa potrebbe aumentare fino al 135%.

Space V è stata selezionata per l’investimento e il programma Tech
Transfer di Galaxia, il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per l’aerospazio, nato su iniziativa del Fondo Tech Transfer di CDP Venture Capital insieme a Obloo Ventures.

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