“Oggi abbiamo sabotato Tesla“. Queste sono le parole scritte su Indymedia, una piattaforma utilizzata dagli attivisti di estrema sinistra, da parte di un gruppo autodenominatosi “Vulkangruppe“. Il loro attacco incendiario alla rete elettrica nelle vicinanze della gigafactory di Tesla a Grünheide ha mandato un chiaro messaggio di sfida, innescando una serie di reazioni e dibattiti che hanno scosso l’opinione pubblica e sollevato domande fondamentali sulla sicurezza delle infrastrutture critiche.
La reazione di Musk
“Questi o sono gli eco-terroristi più stupidi sulla Terra o sono burattini di coloro che non hanno buoni obiettivi ambientali“, ha commentato Elon Musk, fondatore di Tesla, in una dichiarazione rilasciata su X. La sua critica tagliente ha evidenziato l’ironia nell’attaccare la produzione di veicoli elettrici anziché quella di quelli a combustibile fossile. “Interrompere la produzione di veicoli elettrici, piuttosto che di veicoli a combustibile fossile, è estremamente stupido“, ha aggiunto, scrivendo “estremamente stupido” direttamente in tedesco.
L’intento degli eco-terroristi
L’intento del gruppo, come dichiarato su Indymedia, era chiaro: “Con il sabotaggio si pone l’obiettivo di ottenere il più grande blackout possibile della gigafactory di Tesla“. Questa rivendicazione ha sollevato domande sulla sicurezza delle infrastrutture critiche e sull’efficacia delle contromisure anti-sabotaggio attualmente in atto.
Il primo ministro del Land Brandeburgo, Dietmar Woidke, ha condannato con forza l’incendio, sottolineando come “gli attacchi alle nostre infrastrutture critiche sono una forma di terrorismo“. La sua reazione riflette l’urgente necessità di proteggere queste infrastrutture da attacchi simili in futuro e di adottare misure di sicurezza più rigorose.