È passato più di un lustro dall’annuncio del primo lockdown in Italia, un momento storico che ha segnato profondamente la vita di milioni di persone in tutto il Paese. Il 9 marzo 2020, il Premier Giuseppe Conte comunicava al popolo italiano l’entrata in vigore di misure draconiane per contrastare la diffusione del Covid-19. Quel giorno è stato solo l’inizio di un lungo e tortuoso percorso attraverso alti e bassi, restrizioni e riaperture, che hanno plasmato la quotidianità degli italiani per oltre quattro anni.
L’annuncio
Le parole del premier Giuseppe Conte durante l’annuncio del lockdown il 9 marzo 2020 sono state: “Non più una sola zona rossa, ma tutta Italia chiusa, vietati gli spostamenti tra regioni, salvo per lavoro, necessità e motivi di salute. Le nostre abitudini vanno cambiate ora, dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa. Lo dobbiamo fare subito e ci riusciremo solo se ci adatteremo a queste norme più stringenti.”
La situazione era già critica da diverse settimane. Il 23 febbraio 2020, il primo Dpcm venne emanato dopo la scoperta del cosiddetto “paziente 1” a Codogno, in provincia di Lodi. Subito dopo, oltre 50.000 persone furono messe in quarantena in 11 comuni del Nord Italia, con 10 comuni nella zona del Lodigiano e il comune di Vo’ Euganeo nel Padovano dichiarati “zona rossa“. Era un momento di paura e confusione, con le persone che cercavano di comprendere la portata di questa minaccia invisibile che si diffondeva rapidamente.
La svolta drammatica
Ma è stato il 9 marzo che la situazione ha preso una svolta drammatica. L’intero paese è stato messo in lockdown, con restrizioni senza precedenti imposte alla vita quotidiana degli italiani. Le strade vuote, le città deserte, le scuole chiuse, i negozi con le saracinesche abbassate: era un’immagine surreale di un’Italia ferma, costretta a fermarsi di fronte a un nemico invisibile, ma devastante.
Il lockdown non è stato solo un periodo di isolamento fisico, ma anche di grande incertezza e preoccupazione per il futuro. Le famiglie sono state separate, le attività economiche hanno subito un duro colpo, e il senso di comunità è stato messo alla prova. Tuttavia, in mezzo alla tempesta, c’è stata anche una luce di speranza: la solidarietà e il sacrificio di tanti italiani che hanno lavorato senza sosta per fronteggiare l’emergenza.
La “Fase 2”
Dopo mesi di sacrifici e restrizioni, l’Italia ha iniziato gradualmente a riaprire. La “Fase 2” è iniziata a fine aprile, con la riapertura di alcune attività commerciali e la possibilità di muoversi all’interno del proprio comune. Ma la paura di una seconda ondata era sempre presente, e infatti, nell’autunno dello stesso anno, la situazione è peggiorata nuovamente, portando a nuove restrizioni e misure più severe.
Quattro anni dopo quel fatidico 9 marzo 2020, l’Italia guarda indietro con una miscela di dolore per le perdite subite e di orgoglio per la resilienza dimostrata. La pandemia ha cambiato il tessuto stesso della società italiana, ma ha anche portato alla luce la forza e la solidarietà della nazione.