Albert Einstein, il genio della Relatività, rifiutò la presidenza dello Stato di Israele: ecco perché

Il rifiuto di Einstein non era solo una questione di scienza; c'era anche una componente personale e politica
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Albert Einstein, un faro di genio nel panorama scientifico mondiale del XX secolo, fu senza dubbio uno dei più grandi pensatori della storia umana. La sua mente illuminata ha gettato nuova luce sulle leggi fondamentali dell’universo e ha aperto la strada a nuove frontiere della conoscenza umana. Tuttavia, la sua influenza e il suo prestigio non si limitarono al mondo della scienza; Einstein fu anche un simbolo di speranza e di idealismo per milioni di persone in tutto il mondo, soprattutto per la comunità ebraica, di cui era membro.

Einstein e lo Stato di Israele

Quando nel 1952 il primo ministro israeliano David Ben Gurion gli offrì la presidenza dello stato appena nato di Israele, il mondo rimase sbalordito. Era un’offerta senza precedenti, che sollevò un’ondata di entusiasmo e di speculazioni su ciò che sarebbe potuto accadere se il più grande scienziato del mondo fosse diventato il capo di uno stato. Ma la risposta di Einstein a questa offerta fu altrettanto sorprendente: rifiutò categoricamente.

Le ragioni dietro il rifiuto di Einstein erano molteplici e complesse. Innanzitutto, c’era il suo impegno incrollabile nella ricerca scientifica. A quel tempo, Einstein era immerso in una delle sfide più grandi della sua carriera: cercare di unificare le leggi della fisica in una teoria del tutto coerente. Questo progetto, noto come “Teoria del Tutto“, lo impegnava giorno e notte, e lui riteneva che il suo contributo alla scienza fosse più importante per l’umanità rispetto a qualsiasi altra cosa.

Ma il rifiuto di Einstein non era solo una questione di scienza; c’era anche una componente personale e politica. A settantatré anni, Einstein era consapevole della sua salute fragile e delle sue limitazioni fisiche. Accettare la presidenza di Israele avrebbe significato assumersi una serie di responsabilità e doveri che avrebbero richiesto un’enorme quantità di energia fisica e mentale, e lui non era sicuro di poterli affrontare nella sua età avanzata.

Inoltre, c’era la questione della fama e dell’attenzione mediatica. Einstein era diventato una figura pubblica di fama mondiale, e la sua vita era costantemente sotto i riflettori. Accettare la presidenza di Israele avrebbe significato essere costantemente esposto all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica mondiale, e lui desiderava mantenere la sua privacy e la sua indipendenza.

Ma forse la ragione più profonda dietro il rifiuto di Einstein era il suo rapporto complesso con la politica e con lo stato di Israele. Pur sostenendo l’idea di uno stato ebraico, Einstein era anche critico nei confronti di alcune politiche e azioni del governo israeliano. La guerra arabo-israeliana del 1948 lo aveva profondamente scosso, e lui non voleva essere associato a un governo che riteneva compiere azioni contro i principi fondamentali della giustizia e della pace.

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