Il Covid-19 torna protagonista del dibattito politico italiano in vista delle elezioni europee di 8 e 9 giugno: ad alimentare la polemica è il Partito Democratico, che continua ad accusare la destra di “complottismo” continuando a ripetere l’accusa di “no-vax” e “negazionismo” che già nel 2021 appariva totalmente fuori luogo, ma a maggior ragione adesso dopo tutte le evidenze scientifiche emerse in questi anni è totalmente imbarazzante (per chi la sostiene).
A farlo è ancora una volta la sinistra, che oggi commentando le liste dei candidati di Fratelli d’Italia – il partito del premier Giorgia Meloni – ha fatto riferimento a Sergio Berlato, europarlamentare uscente, 64 anni, veneto di Marano Vicentino, colpevole secondo i suoi oppositori di essere un appassionato cacciatore e di aver duramente contestato i precedenti governi sulla strategia estrema di lockdown e green pass adottata per affrontare la pandemia sul “modello cinese”. A tal proposito, Sandro Ruotolo, componente della segreteria nazionale del Pd, ha detto: “Penso ai malati del Sud, alle famiglie dei pazienti, ai viaggi della speranza verso gli ospedali del Nord perché nel Sud la sanità pubblica è a pezzi e scopro che il partito del capo del governo, Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia taglia i fondi per la sanità pubblica e candida un No Vax alle elezioni europee. Cioè mettono in lista, dopo la presidente del Consiglio, un negazionista del Covid. Noi stiamo dalla parte della scienza e sosteniamo la sanità pubblica perché la salute è un diritto universale“.
Ad alimentare la polemica ci ha pensato Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità della Segreteria del Pd: “Fratelli d’Italia candida il No Vax alle elezioni europee e taglia i fondi alla sanità pubblica. Dalla pandemia avremmo dovuto tutti trarre una lezione: la politica non può fare a meno della scienza e l’Italia non può fare a meno del Servizio Sanitario Nazionale, universalistico e gratuito per tutti e tutte. Invece in un anno e mezzo di governo le uniche due iniziative di Giorgia Meloni sulla sanità sono state negare i diritti alle donne, mandando le associazioni antiabortiste nei consultori, e mettere in lista i negazionisti del Covid“.
Dopo aver definito Fratelli d’Italia e Lega i partiti di “negazionisti“, “complottisti” e “no-vax” nella campagna elettorale per le elezioni politiche del settembre 2022, la sinistra evidentemente non ha ancora imparato la lezione della democrazia: il 35% degli italiani ha votato per quei due partiti che adesso sono accreditati per le elezioni europee di un consenso ancora più ampio. Proprio l’accusa di “no-vax” da parte del Pd, invece, potrebbe rivelarsi un boomerang: tante persone potrebbero votare comprensibilmente Berlato per le sue battaglie sulla pandemia che nel corso degli anni si sono rivelate giuste e scientifiche.
A confermare la bontà di questa posizione, è stato proprio oggi a Napoli il generale Roberto Vannacci, candidato con la Lega, durante la presentazione del suo libro “Il mondo al contrario“. “La pandemia non l’ho trattata nel libro, perché non sono nè un virologo nè un esperto di vaccini. Da liberista e libertario ho mal sofferto l’imposizione dell’obbligo vaccinale, ma dico con altrettanta sincerità che mi sono fatto quattro vaccini: i primi due volontariamente in Russia con lo Sputnik; gli altri due mi hanno obbligato come dipendente statale. Sono rientrato da Mosca in Toscana e mi sono fatto due inoculazioni di Moderna. Ho fatto un atto di fede, come tutti ne facciamo ogni giorno, come quando saliamo su un bus, un aereo o un taxi, nei confronti del pilota“. Vannacci spiega di essersi “fidato della scienza, che ci diceva di doverci vaccinare“. “Ora – aggiunge – la scienza dice che questo vaccino non serviva per non contagiare gli altri, quindi l’obbligo vaccinale è stato un provvedimento non giustificato. L’Italia è stata tra i pochi Paesi al mondo ad averlo imposto e questa è una responsabilità su chi aveva in quel momento il fardello del comando“. Ma qualcuno, da sinistra, adesso, dirà “no-vax” anche a lui che si è vaccinato quattro volte.