Neuralink, il primo paziente racconta com’è vivere con il chip cerebrale di Elon Musk

Il chip di Neuralink è fisicamente non invasivo, ma il suo impatto sulla vita di Noland Arbaugh è stato notevole
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Noland Arbaugh, 30 anni, residente in Arizona, è il primo paziente ad aver ricevuto l’impianto cerebrale di Neuralink, il brain-computer interface (BCI) sviluppato dall’azienda di Elon Musk. Da quando, nel 2016, un incidente lo ha lasciato paralizzato dal collo in giù, Arbaugh ha trovato nel chip di Neuralink una nuova possibilità di connessione con il mondo esterno.

Arbaugh ha subito un intervento chirurgico robotico a gennaio per ricevere l’N1 Implant, noto anche come “the Link”, nell’ambito del primo trial umano approvato da Neuralink. “Se non mi ricordassi di aver subito l’operazione, non saprei nemmeno di avere qualcosa impiantato nel cervello,” ha dichiarato Arbaugh a Scientific American. “Non ho alcuna sensazione del chip a meno che qualcuno non lo tocchi fisicamente“.

Il chip di Neuralink è fisicamente non invasivo, ma il suo impatto sulla vita di Arbaugh è stato notevole. I BCI esistono da decenni, ma l’interesse pubblico è stato rinnovato grazie all’attenzione mediatica che l’azienda di Elon Musk ha ricevuto. Questi dispositivi registrano l’attività elettrica del cervello e la traducono in azioni, come muovere un cursore su uno schermo, permettendo a persone con tetraplegia, come Arbaugh, di riacquisire un certo grado di autonomia.

Il Link si collega a 64 fili ultra sottili che contengono un totale di 1.024 elettrodi, trasmettendo i dati neurali compressi dal cervello tramite Bluetooth. Un algoritmo, sintonizzato sui pattern neurali unici dell’utente, traduce questi dati in azioni. Nel caso di Arbaugh, dopo solo una settimana dall’operazione, è stato in grado di muovere un cursore digitale. Questo avviene tramite “movimento tentato”, cioè cercando di muovere un arto paralizzato, o tramite “movimento immaginato”, cioè visualizzando il percorso che il cursore deve seguire.

neuralink

Prima dell’impianto, Arbaugh utilizzava comandi vocali o una bacchetta in bocca per interagire con un computer, ma ora riesce a fare di più, in maniera più rapida, indipendente e confortevole. “Dovrebbe sembrare naturale come un movimento volontario di una persona senza disabilità,” ha affermato Leigh Hochberg, neurointensivista e neuroscienziato che ha condotto numerosi trial sui BCI.

Tuttavia, ci sono stati problemi. Circa un mese dopo l’intervento, Arbaugh ha riscontrato una significativa perdita di funzionalità del suo impianto. Il team di Neuralink ha scoperto che l’85% dei fili dell’impianto si era spostato dalla posizione originale. Grazie ad alcuni aggiustamenti all’algoritmo, Neuralink è riuscita a ripristinare gran parte della funzionalità del dispositivo, ma la questione ha sollevato preoccupazioni.

Nonostante il problema, Arbaugh è rimasto positivo, riconoscendo che ogni sfida superata contribuisce a migliorare la tecnologia per chi verrà dopo di lui. Il prossimo passo per Neuralink sarà impiantare il dispositivo in un secondo paziente, cercando di risolvere il problema dei fili che si spostano, posizionandoli più in profondità.

L’esperienza di Arbaugh rappresenta un passo importante verso obiettivi ambiziosi come il ripristino del movimento degli arti paralizzati o la vista per i ciechi. “Cerco di mantenere le mie aspettative realistiche,” dice Arbaugh, “ma sono felice di essere tra i primi e sono entusiasta per chi riceverà qualcosa di ancora migliore“.

Cos’è Neuralink e come funziona

Neuralink è un’azienda neurotecnologica fondata da Elon Musk nel 2016 che sviluppa interfacce cervello-computer (BCI) impiantabili. L’obiettivo principale è quello di creare un’interfaccia neurale altamente avanzata in grado di connettere il cervello umano direttamente a un computer o a un dispositivo esterno.

Componenti

  • Chip – Il dispositivo impiantabile di Neuralink è un chip di circa 23×8 millimetri, chiamato N1, che contiene 1.024 elettrodi. Questi elettrodi sono in grado di rilevare l’attività elettrica dei neuroni nel cervello;
  • Fili – Il chip è collegato a sottilissimi fili flessibili che vengono impiantati nel cervello. Questi fili trasmettono i segnali neurali dal chip a un dispositivo esterno;
  • Link – Il dispositivo esterno, chiamato Link, è un piccolo dispositivo simile a un disco che si posiziona dietro l’orecchio. Il Link riceve i segnali neurali dal chip e li trasmette a un computer o a un dispositivo mobile tramite Bluetooth.

Funzionamento di Neuralink

  • Rilevamento dei segnali neurali – I 1.024 elettrodi del chip N1 rilevano l’attività elettrica dei neuroni nel cervello;
  • Trasmissione dei dati – I segnali neurali vengono trasmessi dai fili al Link;
  • Decodifica dei dati – Il Link decodifica i segnali neurali e li trasforma in dati utilizzabili;
  • Interazione con dispositivi esterni – I dati decodificati possono essere utilizzati per controllare dispositivi esterni, come un computer o un dispositivo mobile, o per inviare informazioni ad altri dispositivi Neuralink.

Applicazioni

Le potenziali applicazioni di Neuralink sono numerose e ambiziose. Alcune delle applicazioni più promettenti includono:

  • Ripristino delle funzioni motorie – Potrebbe aiutare le persone con disabilità motorie a recuperare il controllo di arti o muscoli paralizzati;
  • Cura di malattie neurologiche – Potrebbe essere utilizzato per trattare malattie neurologiche come il morbo di Parkinson, l’Alzheimer e l’epilessia;
  • Potenziamento cognitivo – Potrebbe essere utilizzato per migliorare le capacità cognitive umane, come la memoria, la concentrazione e l’apprendimento.
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