Gli scienziati scoprono la “grammatica spaziale” nel DNA: una scoperta potrebbe riscrivere i libri di testo di genetica

La scoperta della grammatica spaziale del DNA ha profonde implicazioni per il campo della genetica e oltre
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Nel mondo della genetica, una scoperta eccezionale ha recentemente scosso le fondamenta della nostra comprensione del DNA. I ricercatori della Washington State University e dell’Università della California, San Diego, hanno svelato un nuovo aspetto della regolazione genica che potrebbe rivoluzionare il campo: una “grammatica spaziale” incorporata nel nostro genoma. Questa scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui interpretiamo il ruolo dei fattori di trascrizione e le loro implicazioni per le variazioni genetiche e le malattie.

Il nuovo codice del DNA: la grammatica spaziale

Per decenni, la genetica ha trattato i fattori di trascrizione come i principali regolatori dell’attività genica. Queste proteine sono responsabili dell’attivazione o repressione dei geni, ma la nuova ricerca suggerisce che la loro funzione è molto più complessa di quanto si pensasse precedentemente. La scoperta della “grammatica spaziale” nel DNA rivela che non solo il tipo di fattore di trascrizione è importante, ma anche la sua posizione specifica rispetto al punto di inizio della trascrizione di un gene.

Contrariamente a quanto si trova nei libri di testo, i fattori di trascrizione che agiscono come veri attivatori o repressori sono sorprendentemente rari,” afferma Sascha Duttke, assistente professore alla Washington State University e autore principale dello studio. Questo significato implica che molti fattori di trascrizione possono svolgere funzioni ambigue, a seconda della loro localizzazione nel genoma.

La dipendenza spaziale dei fattori di trascrizione

Un aspetto cruciale di questa scoperta è la cosiddetta “dipendenza posizionale” dei fattori di trascrizione. I ricercatori hanno osservato che l’effetto di un fattore di trascrizione può variare enormemente a seconda della sua distanza e posizione rispetto al sito di inizio della trascrizione di un gene. Ad esempio, un fattore di trascrizione può attivare un gene se si trova a monte del sito di inizio della trascrizione, ma può inibirlo se si trova a valle.

Questa osservazione suggerisce che l’attività genica non è determinata solo dalla presenza di fattori di trascrizione, ma anche dalla loro disposizione spaziale. “È la spaziatura, o ‘ambiente’, che determina se un dato fattore di trascrizione agisce come attivatore o repressore,” spiega Duttke. Questo concetto è paragonabile all’apprendimento di una nuova lingua: per comprendere i modelli di espressione genica, è necessario capire sia le ‘parole’ (i fattori di trascrizione) sia la ‘grammatica’ (la loro disposizione spaziale).

Implicazioni e applicazioni future

La scoperta della grammatica spaziale del DNA ha profonde implicazioni per il campo della genetica e oltre. Con una comprensione più precisa di come le mutazioni genetiche influenzano la regolazione genica, i ricercatori possono ora esplorare nuovi modi per diagnosticare e trattare le malattie genetiche. Christopher Benner, professore associato presso l’UC San Diego e coautore dello studio, prevede che questa nuova comprensione “cambierà il modo in cui gli scienziati studiano l’espressione genica.”

Le potenziali applicazioni di questa scoperta sono ampie e variegate. In primo luogo, potrebbe migliorare la nostra capacità di prevedere come le variazioni genetiche contribuiscono alla malattia, consentendo lo sviluppo di trattamenti più mirati e personalizzati. In secondo luogo, potrebbe aprire nuove strade per la ricerca in biotecnologia e terapia genica, offrendo strumenti più raffinati per manipolare l’attività genica.

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