“Oggi sono qui anche come figlia in lutto. Io non riporto cose sentite, le ho vissute sulla mia pelle. Sono la figlia di Antonio Stellabotte, deceduto a marzo 2021, entrato in ospedale per un rialzo glicemico e mai più uscito, come Diego Kubuzzi, come Liliana, come Natale, come il papà di Patrizia e come tanti altri. Tanti sono i punti su cui bisogna mettere l’accento. Nel 2020 bisognava indagare sulle cause di morte attribuite alla Covid. Venne emanata una circolare che sconsigliava fortemente le autopsie per rischio biologico. Fortunatamente, al Papa Giovanni di Bergamo, ritenendolo indispensabile e ignorando questa circolare, effettuarono le prime 13 autopsie. Il dottor Gianatti, che ringrazio, primario del Papa Giovanni, ragionando in scienza e coscienza, ha smascherato il coronavirus attraverso le autopsie e scoperto come agiva il morbo sull’organismo. Da lì le prime cure efficaci, e grazie a lui migliaia di vite sono state salvate. Se ne sarebbero potute salvare 200.000. Hanno inviato le prime osservazioni in tempo reale, così dice il medico, ai loro colleghi medici per dare un contributo immediato, e l’idea è stata vincente. Grazie a questi dati raccolti, i colleghi hanno introdotto nelle terapie l’uso di anticoagulanti come l’eparina e il cortisone che non si usava quasi mai nella cura delle polmoniti virali. Come abbiamo potuto vedere, tachipirina e vigile attesa, li lasciavano a casa così. Hanno fatto un comunicato che ho girato in poche ore in tutto il mondo. Da questo si evince che la morte era attribuita a una grande infiammazione che causava poi la morte. Nello stesso tempo, però, approvarono un farmaco e acquistarono migliaia di dosi di un antivirale, il remdesivir, cardiotossico, nefrotossico e dalla dubbia efficacia, e demonizzarono negli stessi giorni l’idrossiclorochina che guarda caso era il proprio suo antagonista, a volte le coincidenze. A proposito di questo in aula penso che tutti conosciate il professor Palù che proprio in quei giorni, a una nota trasmissione televisiva, Porta a Porta, disse che era stato un gravissimo errore il protocollo tachipirina e vigile attesa e ancora più grave demonizzare lo studio dell’idrossiclorochina che invece poteva salvare le vite. Sempre a proposito di coincidenze. Nonostante tutto, l’Istituto Superiore di Sanità ovviamente se ne infischiò e il ministro Speranza continuò a consigliare tachipirina e vigile attesa, bocciando le terapie domiciliari, facendo persino ricorso al TAR che le aveva approvate in prima istanza. Sempre le coincidenze“. Così Elisabetta Stellabotte, presidente del Comitato L’Altra Verità, in commissione Covid.
“Ora, noi vorremmo credere al racconto della retorica del “è andato tutto bene, è stato fatto tutto il possibile”, vorremmo credere a tutti i sanitari eroi umani che dovevano stare vicino ai nostri cari confortandoli nell’ora più buia, ma dove erano? Erano impegnati nei corridoi, nelle colonne sonore, a fare i balletti, questo lo avete potuto vedere tutti. Noi abbiamo cartelle cliniche che parlano, messaggi WhatsApp di pazienti che erano all’interno degli ospedali e parlavano con i familiari a casa dove non venivano dissetati, non venivano nutriti, venivano solo lasciati, scusate il termine, nel loro piscio. E gli infermieri si facevano vedere con i lividi sulla faccia mentre facevano i balletti. Quanto raccontato oggi dovrebbe essere loro a testimoniarlo, invece non ci sono più, non possono più parlare, quindi la storia è ben diversa. A distanza di mesi, anni dall’inizio della pandemia, i nostri ospedali erano troppo spesso dei lager, in cui la gente non andava per essere curata. È ora di finirla questa storia. La gente veniva soppressa nella maniera più atroce, nell’abbandono, nell’oblio e negli stenti. Le testimonianze raccolte dai comitati sono costituite, come dicevo prima, da messaggi WhatsApp, video, in cui questa terribile verità è evidente. Potete metterlo agli atti, vi daremo tutto. Ciò che non potete obiettare sono le parole di un padre, di una madre, di un marito, di una figlia, di un fratello, di una sorella, perché davanti alla morte non diranno mai una bugia. Ora sta a voi decidere se ascoltare le voci di questi martiri o sposare una verità di comodo, che sarà l’ennesima tortura non solo per i nostri cari, ma anche per noi“. Così Elisabetta Stellabotte, presidente del Comitato L’Altra Verità, in commissione Covid.