L’Estonia, pur essendo una delle nazioni più piccole d’Europa con una popolazione di circa 1,3 milioni di abitanti, sta dimostrando una sorprendente ambizione nel settore della space economy e della difesa tecnologica. Questa settimana, durante il 75esimo Congresso astronautico internazionale tenutosi a Milano, la delegazione estone ha sottolineato come i piccoli Paesi possano giocare un ruolo significativo nello sviluppo di tecnologie spaziali e di sicurezza. Con una forte vocazione verso l’innovazione e una crescente attenzione agli investimenti in ricerca e sviluppo, Tallinn si è posta come un attore sempre più rilevante nel panorama globale della space economy.
Il ministro dell’Economia e dell’Industria estone, Erkki Keldo, ha guidato la delegazione del suo Paese, composta da rappresentanti di sette aziende specializzate nel settore aerospaziale e dall’Università tecnica di Tallinn. Durante l’evento, l’Estonia ha firmato gli Accordi Artemis, il programma guidato dagli Stati Uniti per il ritorno dell’uomo sulla Luna e l’esplorazione dello spazio extratmosferico. Questo passo ha segnato un traguardo importante per Tallinn, che è diventata il 45esimo firmatario del progetto.
Un futuro nello spazio per l’Estonia
L’adesione agli Accordi Artemis rappresenta una svolta fondamentale per l’Estonia, un Paese che ha sempre guardato al futuro con l’obiettivo di eccellere nel campo della tecnologia e dell’innovazione. “Un tempo l’esplorazione dello spazio era un’attività riservata solo ai Paesi più grandi,” ha affermato Keldo in un’intervista durante il congresso. “Oggi vediamo molte opportunità anche per i Paesi e le aziende più piccoli. L’Estonia ha più di 50 imprese che operano nel settore spaziale e la firma degli Accordi Artemis indica che il nostro governo sarà ancora più intraprendente nell’esplorazione dello spazio e nella cooperazione con altre nazioni, come già avviene nell’ambito dell’Agenzia spaziale europea.”
Con l’obiettivo di sostenere le sue imprese e garantire la competitività internazionale, Tallinn è in procinto di finalizzare una legge quadro nazionale sullo spazio. Questo disegno di legge offrirà alle imprese un quadro giuridico chiaro su come operare nello spazio, con particolare attenzione alla sostenibilità, alla sicurezza e alla gestione dei detriti spaziali. Come ha spiegato Keldo: “Se un Paese vuole fare business, inviare satelliti, ha bisogno anche di una legge nazionale, che fornisca il quadro di come operare nello spazio: standard a cui uniformarsi, competitività tecnologica, sostenibilità ambientale… Un quadro legale che dica alle aziende cosa lo Stato richiede a loro e come si devono muovere se dovesse succedere qualcosa, anche in termini assicurativi.”
Settori chiave: ICT, analisi dati e cybersicurezza
Uno dei punti di forza della strategia estone nel settore spaziale è il suo consolidato primato nel campo dell’ICT. L’Estonia è infatti nota come “e-Estonia” per via della sua straordinaria digitalizzazione, e questo know-how si riflette nelle aziende che operano nel campo della space economy. Secondo Keldo, “ciò in cui le nostre aziende eccellono è sicuramente l’acquisizione e l’analisi di dati, lo sviluppo di macchinari ad alta tecnologia che possono essere utilizzati anche nello spazio.”
Inoltre, la cybersicurezza è uno dei pilastri della strategia nazionale estone, sia in ambito terrestre che spaziale. La protezione dei dati e delle infrastrutture critiche è una priorità per Tallinn, soprattutto con la crescente presenza di aziende che fanno affari nello spazio. “Molte nuove aziende stanno andando nello spazio e vi fanno affari e ci sono dunque molti più dati sensibili,” ha sottolineato Keldo. La cybersicurezza si configura quindi come un elemento imprescindibile della space economy, destinato a ricoprire un ruolo sempre più cruciale.
Difesa e dual-use: il collegamento tra spazio e sicurezza
La stretta connessione tra industria spaziale e difesa è un altro aspetto su cui l’Estonia sta investendo massicciamente. Molte delle aziende che operano nel settore aerospaziale estone offrono soluzioni “dual-use“, ossia tecnologie che possono essere utilizzate sia in ambito civile che militare. Questa contiguità è destinata a crescere, soprattutto alla luce delle nuove sfide geopolitiche emerse dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
In risposta all’aumento delle tensioni nell’Europa orientale, l’Estonia ha incrementato significativamente il proprio budget per la difesa, destinando ben il 3,4% del suo Pil a questo settore. “Abbiamo deciso di investire in nuove industrie tecnologiche ad elevato valore aggiunto, capaci di creare posti di lavoro più remunerativi,” ha dichiarato Keldo, aggiungendo che “vediamo molte possibilità nella tecnologia spaziale e nel settore della difesa.”
Un fondo per la difesa: 100 milioni per l’innovazione
Per sostenere lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia, Tallinn ha lanciato un nuovo fondo da 100 milioni di euro per la difesa, che entrerà in vigore a partire dal prossimo anno. Questo fondo sarà destinato sia ad aziende che sviluppano prodotti e tecnologie per uso militare sia a quelle che si concentrano su settori ad alto valore aggiunto, come lo spazio e la cybersecurity. L’obiettivo di Tallinn è ambizioso: raggiungere un fatturato annuo di un miliardo di euro nel settore della difesa entro il 2030.
Il fondo rappresenta un investimento strategico non solo per rafforzare le capacità difensive del Paese, ma anche per stimolare la crescita economica attraverso l’innovazione tecnologica. “Puntiamo sulle nuove industrie tecnologiche ad elevato valore aggiunto,” ha concluso il ministro, “capaci di creare posti di lavoro più remunerativi in Estonia. Stiamo destinando molte risorse a programmi in cui le imprese possono fare ricerca e sviluppo.”