Aviaria, Bassetti: “il caso dell’adolescente è impressionante”, le 4 mosse urgenti dagli USA

L'influenza dell'aviaria continua a preoccupare: le parole di Matteo Bassetti e le indicazioni dagli USA
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“Il caso di influenza aviaria in un adolescente in Canada è impressionante”. Parola dell’infettivologo Matteo Bassetti, che commentando il caso della 13enne colpita da malattia grave nella British Columbia lo scorso novembre, illustrato in un report sulla rivista ‘New England Journal of Medicine’, sottolinea come per salvarla sia stato necessario usare “Ecmo”, macchina cuore-polmoni, “dialisi continua e un cocktail di antivirali. La considerazione – conclude il direttore di Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova – è che la maggioranza degli ospedali di tutto il mondo non hanno questi strumenti di cura”.

Gli esperti dagli USA: le 4 mosse contro l’aviaria

Nonostante il numero di casi umani sia cresciuto di mese in mese nel 2024, il virus dell’influenza aviaria altamente patogena (Hpai) A H5N1 continua a rappresentare “un rischio basso per la popolazione generale” e gli esperti di sanità pubblica negli Stati Uniti ritengono che “i trattamenti e i vaccini disponibili, così come quelli in fase di sviluppo”, siano “sufficienti a prevenire la malattia grave”. Per controllare l’attuale epidemia, però, secondo i National Institutes of Health (Nih) sono urgenti 4 passaggi chiave. Gli scienziati, in un commento pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’ (Nejm), fanno il punto sulla minaccia rappresentata dall’H5N1 che nel 2024 ha causato 66 casi confermati e 7 probabili di influenza nelle persone negli Usa e 1 caso in Canada, quello – descritto sempre sul Nejm – dell’adolescente finita in terapia intensiva in condizioni critiche e salvata con macchina cuore-polmoni, dialisi e un mix di antivirali.

Questi casi umani sono stati determinati dal tipo di H5N1 circolante negli uccelli (D1.1) o dal tipo circolante nelle mucche da latte (B3.13), riepilogano gli esperti Nih, ricordando anche che dal 1996 questi virus sono circolati in almeno 23 Paesi e che verso la fine del 2021 l’Hpai H5N1 si è diffusa dall’Europa al Nord America, causando infezioni sporadiche tra uccelli selvatici e allevamenti di pollame, fino al 2022 quando si è diffusa in Sud America, dove ha devastato uccelli e mammiferi marini. A marzo 2024, gli scienziati del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti hanno identificato l’H5N1 nelle mucche da latte statunitensi e il virus ha raggiunto gli allevamenti di 16 Stati. Solo negli ultimi 30 giorni è stato intercettato nelle mandrie di 3 Stati.

Gli Nih rimangono concentrati sul monitoraggio del virus e sulla valutazione dei cambiamenti nel patogeno. Il direttore del Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases) Jeanne M. Marrazzo, e Michael G. Ison, capo di Malattie respiratorie nella Divisione di Microbiologia e malattie infettive del Niaid, evidenziano la necessità di trovare un equilibrio tra una maggiore vigilanza e il “normale andamento degli affari”. Quanto alle 4 mosse chiave, il primo imperativo “è la collaborazione tempestiva ed efficace tra ricercatori in medicina umana e veterinaria, sanità pubblica, assistenza sanitaria e lavoratori come gli addetti del settore lattiero-caseario e avicolo. Ciò implica coltivare la fiducia anche con le persone che cercano cure per sintomi preoccupanti, tra cui la congiuntivite, scrivono gli autori. Fortunatamente – osservano – finora la maggior parte dei casi statunitensi di H5N1 sono stati lievi e si sono risolti da soli senza la necessità di cure”.

La seconda chiave deriva dal focus sul paziente teenager canadese, che ha sviluppato insufficienza respiratoria e ha richiesto un intervento medico e un trattamento salvavita prima di riprendersi. Gli autori scrivono che le mutazioni trovate nel virus che ha colpito in questo caso grave evidenziano “un’urgente necessità di una sorveglianza vigile della malattia per identificare e valutare i cambiamenti virali e valutare il rischio di trasmissione da persona a persona”. Una sorveglianza efficace, affermano gli autori del commento, “richiede che i dati completi del sequenziamento genomico di animali e persone siano resi rapidamente e prontamente disponibili”.

Senza informazioni relative a dove e quando sono stati raccolti gli isolati, i dati non possono essere collegati filogeneticamente ad altre sequenze segnalate, limitando la comprensione di come si sta diffondendo il virus, avvertono gli esperti. Questi dati fornirebbero anche l’opportunità di rilevare precocemente mutazioni che potrebbero presagire una maggiore adattabilità all’uomo. In terzo luogo, i ricercatori devono continuare a sviluppare e testare contromisure mediche, come vaccini e terapie che eliminano o alleviano la malattia, contro l’H5N1 e altri virus influenzali. Fortunatamente, ricordano gli esperti, gli attuali candidati vaccini neutralizzano i ceppi circolanti, che finora sono sensibili agli antivirali. Infine, Marrazzo e Ison incoraggiano le persone a prendere precauzioni per prevenire l’esposizione al virus e ridurre al minimo il rischio di infezione. Ad esempio, chi lavora con pollame e mucche dovrebbe usare dispositivi di protezione individuale e informarsi sui rischi professionali.

Idealmente, concludono, “seguire questi quattro passaggi aiuterà gli scienziati e i funzionari della sanità pubblica che studiano l’influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1 a rispondere più rapidamente alle numerose domande rimaste in sospeso su come il virus si diffonde, si evolve e colpisce le persone, altri mammiferi e uccelli”.

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