È ancora pari a zero la percentuale di contenimento degli incendi che stanno colpendo l’area di Los Angeles. Secondo quanto riferisce il Department of Forestry and Fire Protection, attualmente sono bruciati 5742 acri di terreno. Il rogo peggiore è ancora quello di Palisades, che ha distrutto 2921 acri, seguito dall’incendio dall’Eaton Fire (2227 acri) e dall’Hust Fire (500 acri). Il Dipartimento segnala anche un nuovo rogo nella contea di Riverside, in prossimità di Coachella, località molto conosciuta per il celebre festival musicale che si svolge ogni anno. Qui al momento sono almeno 15 gli acri distrutti dalle fiamme.
Los Angeles è sotto shock per il grande e rapido incendio che sta divorando la sua costa all’altezza di Pacific Palisades, ricco quartiere che si sviluppa sulle colline affacciate sull’oceano a ovest della città. Trentamila persone sono state evacuate, più di 10mila edifici sono bruciati o minacciati dalle fiamme. Alimentato dalla siccità, ma soprattutto dall’intensa tempesta di vento che si abbatte su tutta l’area, il fuoco ormai lambisce la città di Santa Monica. Le raffiche calde e secche sono previste fino a 130km/h.
Tutti i residenti di La Cañada Flintridge, zona collinare intorno a Los Angeles, dovranno essere evacuati, ha annunciato il Dipartimento dello sceriffo della contea di Los Angeles. La decisione, si legge su X, è stata presa “a causa del forte vento e dell’incendio in corso nell’area. I residenti nelle zone interessate devono evacuare immediatamente“. In quest’area si trova anche il Jet Propulsion Laboratory della NASA, leader nell’esplorazione robotica dello spazio, centro di ricerca che ha progettato il primo satellite degli Stati Uniti, l’Explorer 1, lanciato nel 1958. Qui, inoltre, sono nati tutti i rover inviati su Marte.
Nella serata di ieri sono scoppiati altri due focolai: l’Eaton Fire brucia a circa 50 chilometri all’interno, tra Altadena e Pasadena; un terzo incendio è nella San Fernando Valley, a Sylmar. Anche qui sono in corso evacuazioni.
Un altro incendio è scoppiato nell’area di Los Angeles, secondo l’autorità antincendio della California. Il Woodley fire è divampato alle 6.15 di questa mattina (le 15.15 in Italia) nella zona a nord ovest della metropoli. Ha un’estensione di 30 ettari ed è contenuto allo 0%.
Quasi 100mila evacuati
Sono quasi centomila i residenti della contea di Los Angeles che hanno dovuto lasciare le proprie case e i luoghi di lavoro a causa degli incendi. La contea ha annunciato la chiusura delle scuole in 19 distretti scolastici, riferisce la CNN, ma non tutte sono chiuse. Alcune hanno ‘ripiegato’ sulla didattica a distanza, altre sono aperte normalmente.
Colonna di fumo lunga oltre 160km
La colonna di fumo provocata dall’incendio di Palisades, in rapida espansione, si estende per oltre 100 miglia (160 chilometri) al largo della costa della California, fino all’Oceano Pacifico, scrive la Cnn. La nube, visibile nelle immagini satellitari, si sta estendendo verso sud-ovest, spinta dagli stessi forti venti che alimentano le fiamme degli incendi. Orora Technology, un’azienda di intelligence termica che rileva, traccia e prevede gli incendi boschivi tramite satelliti, ha rilevato per la prima volta un hotspot alle 10:35 ora locale di ieri. L’hotspot si trovava in una valle remota nel Topanga State Park, poco meno di un miglio a nord del sentiero Skull Rock e del quartiere The Summit.
Una sinagoga ridotta in cenere
Una sinagoga della zona di Los Angeles è stata completamente distrutta dall’incendio. Lo riporta il Times of Israel citando una stazione televisiva locale. Secondo la stessa fonte anche altre istituzioni ebraiche sono minacciate dai massicci roghi che stanno dilagando nella regione. Le riprese televisive mostrano fiamme e distruzione diffusa all’interno del Tempio e Centro Ebraico di Pasadena. Un corrispondente del Jewish Daily Forward ha assicurato che i rotoli della Torah sono stati portati fuori dall’edificio prima che fosse inghiottito dalle fiamme dell’Eaton Fire.
Ad essere stati rasi al suolo dal fuoco ci sono anche luoghi simbolo di Los Angeles come il Reel Inn Malibu, un ristorante di pesce sulla Pacific Coast Highway noto e amata anche dai divi. In fiamme sono andati anche il Tempio Ebraico di Pasadena e il centro di studi ebraici. Al momento non sono segnalate vittime.
“Gli Universal Studios Hollywood e Universal CityWalk rimarranno chiusi oggi a causa dei venti estremi e degli incendi”, annunciano su X gli stessi Studios. “Continueremo a valutare la situazione e prevediamo di aprire domani. La sicurezza dei membri del nostro team e dei nostri ospiti è la nostra massima priorità”, si legge ancora sul social network.
Siccità tra le cause
Una delle cause dello scoppio degli incendi in California sono le condizioni incredibilmente secche durante quella che dovrebbe essere la stagione delle piogge, che di solito va da dicembre a marzo. Ma quest’anno la pioggia deve ancora iniziare davvero, con solo 0,25 millimetri di pioggia registrati a Los Angeles dall’1 dicembre. È stato l’inizio più secco dell’anno idrico di Los Angeles, che inizia l’1 ottobre, in oltre 80 anni di registrazioni meteorologiche. Gennaio è in genere il secondo mese più piovoso dell’anno, dietro solo a febbraio, con una media di 84 millimetri di pioggia nel centro di Los Angeles durante il mese, ma finora non ce n’è stata e non è prevista pioggia per la California meridionale per almeno la prossima settimana. Se a Los Angeles non piovesse per tutto il mese, si troverebbe al pari del 1976 e del 1972 come il gennaio più secco mai registrato.