L’India ha deciso di posticipare il suo primo tentativo di attracco spaziale, previsto per oggi, 7 gennaio, per consentire ulteriori simulazioni e verifiche. La missione, denominata Space Docking Experiment (SpaDeX), rappresenta un passo cruciale per le ambizioni spaziali future dell’India. L’esperimento prevede il collegamento automatico di 2 piccoli satelliti in orbita terrestre bassa, lanciati con successo il 30 dicembre tramite un razzo PSLV. Tuttavia, l’Indian Space Research Organisation (ISRO) ha annunciato il rinvio al 9 gennaio per effettuare simulazioni a terra basate su uno scenario di abort identificato durante i preparativi finali.
SpaDeX è un test fondamentale per lo sviluppo di tecnologie di rendezvous e attracco automatizzato, necessarie per future missioni robotiche e con equipaggio verso la Luna e lo Spazio vicino alla Terra. Jitendra Singh, Ministro di Stato per la Scienza e la Tecnologia dell’India, ha sottolineato come questa missione segni “l’ingresso dell’India nell’élite delle nazioni in grado di padroneggiare l’attracco spaziale“.
Durante l’esperimento, un satellite Chaser dovrà avvicinarsi e agganciarsi a un satellite Target a circa 470 km sopra la superficie terrestre. Ogni satellite pesa 220 kg, e il successo dell’operazione porrà le basi per lo sviluppo della Bharatiya Antariksha Station, una stazione spaziale abitata che l’India intende realizzare entro il 2040.
La tecnologia di attracco sarà inoltre fondamentale per Chandrayaan-4, una missione di ritorno di campioni dal polo sud lunare prevista per il 2028. Ciò richiederà il trasferimento di un modulo con i campioni lunari a un veicolo di ritorno diretto verso la Terra.
Oltre ai satelliti SpaDeX, l’ISRO ha lanciato una piattaforma sperimentale (POEM-4) con 24 dimostrazioni tecnologiche innovative, tra cui il primo braccio robotico indiano e un altro braccio progettato per catturare detriti spaziali, mostrando il crescente impegno dell’India verso l’eccellenza tecnologica nello Spazio.