Oggi, alle 16:34, un terremoto di magnitudo 3.5 ha colpito l’Emilia Romagna, con epicentro a Finale Emilia, nella provincia di Modena, a una profondità di 8 chilometri. Sebbene non sia stato un evento di forte intensità, questo episodio ricorda quanto l’Italia sia una terra sismicamente attiva e quanto sia necessario mantenere alta l’attenzione su questo tema. Parlare di prevenzione e consapevolezza non è allarmismo, ma un passo essenziale per proteggere vite e comunità.
Il nostro pianeta, nato circa 4,5 miliardi di anni fa, è in costante evoluzione. La teoria delle placche tettoniche spiega come la crosta terrestre, suddivisa in enormi placche, sia in continuo movimento. Questi spostamenti, che rimodellano la superficie terrestre, rilasciano energia sotto forma di terremoti quando le placche si incastrano e si liberano improvvisamente. Sebbene impercettibili nel corso di una vita umana, questi movimenti influenzano profondamente la geografia e la geologia del pianeta.
L’Italia, grazie alla sua posizione al confine tra la placca euroasiatica e quella africana, è uno dei territori sismicamente più attivi al mondo. La sua lunga storia ci offre un ricchissimo archivio di eventi tellurici. Il terremoto del 1693 in Sicilia orientale, con una magnitudo stimata di 7.4, è il più potente mai registrato nella penisola. Altri terremoti devastanti, come quelli di Amatrice, Norcia, l’Aquila e l’Emilia, sono impressi nella memoria collettiva per i danni e le vittime che hanno causato.
Le statistiche sismiche italiane sono eloquenti: negli ultimi mille anni, almeno 75 terremoti hanno superato magnitudo 6.0 e nove hanno superato magnitudo 7.0. Anche scosse di intensità moderata possono causare danni significativi, soprattutto in presenza di edifici vulnerabili. Dal 1985, il territorio italiano ha registrato una media di un terremoto di magnitudo 5.0-5.4 all’anno e un evento di magnitudo superiore a 6.0 ogni 13 anni.
Non si tratta di chiedersi se un nuovo terremoto colpirà l’Italia, ma quando. Nonostante la chiara conoscenza delle zone a rischio, la prevenzione sismica non riceve l’attenzione che merita. Adeguare gli edifici, educare la popolazione e promuovere la consapevolezza non sono azioni straordinarie, ma passi necessari per mitigare gli effetti di futuri eventi sismici. Riconoscere la vulnerabilità del nostro territorio non è un segno di debolezza, ma di responsabilità verso le generazioni presenti e future.