Furia dei venti: 407 km/h sulla Terra non bastano, Nettuno domina con raffiche a 2200 km/h

Al di fuori della Terra, i venti raggiungono velocità straordinariamente superiori
MeteoWeb

I venti sono una manifestazione straordinaria della potenza della natura, e il loro studio ci permette di scoprire incredibili dettagli sulle dinamiche atmosferiche dei corpi celesti, sia sulla Terra che oltre i confini del nostro sistema solare. Il vento più veloce mai misurato direttamente sul nostro pianeta è stato registrato il 10 aprile 1996 sulla remota isola di Barrow, in Australia. Il responsabile fu il ciclone tropicale Olivia, che generò raffiche di 407 km/h. Simili velocità sono rare sulla Terra e, pur raggiungendo livelli superiori nei tornado, come i 480 km/h rilevati tramite radar a Bridge Creek, in Oklahoma, nel 1999, sembrano avvicinarsi a un limite invalicabile per il nostro pianeta. Anche le correnti a getto, con velocità comprese tra i 440 e i 480 km/h, confermano questa soglia naturale.

Al di fuori della Terra, tuttavia, i venti raggiungono velocità straordinariamente superiori. Giove, il gigante del nostro sistema solare, registra venti fino a 680 km/h, mentre Urano arriva a 900 km/h. Su Saturno si raggiungono i 1800 km/h e Nettuno detiene il record del nostro sistema con raffiche che superano i 2200 km/h. Non sorprende che questi venti apocalittici si verifichino nei giganti gassosi: composti quasi esclusivamente da atmosfera, questi pianeti sono teatri di tempeste di violenza inconcepibile.

Eppure, persino i venti di Nettuno impallidiscono di fronte a quelli rilevati su WASP-127b, un pianeta extrasolare la cui atmosfera è stata studiata grazie al potente strumento CRIRES+ del Very Large Telescope. Questo “gioviano caldo” orbita a soli 7 milioni di chilometri dalla sua stella, con una rivoluzione completata in appena 4,17 giorni terrestri. La temperatura atmosferica, stimata intorno ai 1400 K, e la composizione chimica, che include vapore acqueo e monossido di carbonio, sono state analizzate tramite l’effetto Doppler. La luce proveniente dalla sua atmosfera risultava sdoppiata, un’indicazione chiara di venti estremamente rapidi che spingono le nuvole a velocità tali da farle avvicinare e allontanare simultaneamente dall’osservatore terrestre.

L’analisi ha rivelato che le correnti a getto equatoriali su WASP-127b raggiungono l’incredibile velocità di 33.000 km/h, ossia 9 km al secondo. Per comprendere la portata di questo dato, basti pensare che tali venti superano la velocità orbitale necessaria per rimanere in orbita intorno alla Terra. Una simile intensità è resa possibile dall’estrema insolazione a cui è sottoposto il pianeta e dal fatto che esso si trovi in blocco mareale, mostrando sempre la stessa faccia alla sua stella. Le correnti atmosferiche, sei volte più veloci della rotazione del pianeta, distribuiscono il calore in modo uniforme su tutta l’atmosfera, determinando una temperatura straordinariamente omogenea.

Questa scoperta dimostra come tecnologie avanzate, come lo strumento CRIRES+, siano in grado di svelare dettagli sorprendenti sulle condizioni atmosferiche di pianeti distanti. Con l’avvento di strumenti ancora più potenti, sarà possibile caratterizzare con precisione non solo giganti gassosi come WASP-127b, ma anche pianeti più piccoli, come le superterre. Questi progressi ci avvicinano sempre di più alla comprensione delle dinamiche estreme che governano gli esopianeti e delle loro straordinarie atmosfere, ampliando la nostra visione dell’universo.

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