Alluvione Sardegna, Antonella Dalu (Sindaco di Torpè) a MeteoWeb: “nostra priorità la sicurezza del territorio”

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Antonella DaluLa nostra inchiesta sull’alluvione in Sardegna, praticamente a due mesi dal tragico evento, sviluppa un altro capitolo significativo. Stavolta il nostro inviato sull’isola, il geologo Giampiero Petrucci, ha incontrato Antonella Dalu, Sindaco di Torpè, paese tra i più colpiti dalla tragedia del 18 novembre scorso.

Signora Sindaco, quale è la situazione a Torpè a due mesi dall’alluvione?

Non vi sono stati molti miglioramenti. Nelle campagne la situazione è praticamente identica a quella del 19 novembre, il giorno dopo l’alluvione. Lì non è arrivato nessun aiuto. Inoltre la maggior parte dei terreni agricoli inondati è gestita da privati: poiché i fondi destinati al risarcimento dei danni verranno riservati soltanto alle aziende agricole e zootecniche vere e proprie, in pratica questi privati hanno perso tutto.

torpè 1E relativamente agli edifici?

Trentuno famiglie hanno perso la prima casa e non sono ancora rientrate nelle loro abitazioni: forse alcune non vi rientreranno mai più. La cifra sale a settanta nuclei familiari se consideriamo anche le seconde case. Negli edifici permangono gravi problemi di umidità, gli impianti sono saltati e non ripristinati. I soldi per il risanamento non sono arrivati. Alcuni hanno perso casa e lavoro, compresi gli attrezzi che servivano per la loro professione. Per queste persone la situazione è veramente difficile. Il nostro Comune ha subìto danni per oltre un milione di euro.

Dunque i privati non riceveranno alcun risarcimento?

Proprio così ed è un grosso problema: i danni ai privati non sono contemplati nelle ordinanze specifiche. Noi comunque abbiamo rendicontato tutto e trasmesso a chi di dovere, alla Provincia come alla Regione. Tuttavia mobili, arredi e le auto non dovrebbero rientrare nel risarcimento. Per tutti questi motivi, la ripartenza dell’economia e del paese è veramente difficile.

torpè 7Come avete sopperito a questa difficile e complicata situazione?

Grazie alla solidarietà, veramente grande. Tutti ci sono stati vicini: abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere aiuti dall’Italia intera. Proprio oggi sono arrivati alcuni mobili da Ponsacco, in provincia di Pisa. Abbiamo ottenuto lavatrici e frigoriferi per tutti. Anche le grandi aziende non sono mancate all’appello, dalla Indesit alla Fiat. Grazie a tutti. Ma la solidarietà non deve fermarsi: abbiamo ancora bisogno, ad esempio, di ulteriori mobili ed arredi per le abitazioni. Chi volesse inviarci aiuti, può fare riferimento al sito del nostro Comune (www.comune.torpe.nu.it/, ndr).

torpè 8Ma cosa è successo il 18 novembre 2013 a Torpè?

Nel fiume Posada si sono aperti sei varchi negli argini dove tra l’altro erano già in corso alcuni lavori di ripristino. Acqua e fango non hanno lasciato scampo: tutto spazzato via, bisogna ricominciare da zero.

Ma il vostro è un paese a rischio idrogeologico. Questo è noto e voi lo sapevate

Certamente. Già nel 2004 e nel 2008 (come accaduto a Galtellì, ndr) abbiamo subìto alluvioni importanti, anche se non sono state “pubblicizzate” dai media come quella di novembre. Difatti nell’ultimo caso, dopo il famoso fax della Protezione Civile, ricevuto nel pomeriggio del giorno 17, io, in qualità di Sindaco, ho attivato tutte le procedure e le persone del caso, tra queste anche il monitoraggio “a vista” di fiumi, torrenti e canali. La situazione però sembrava tranquilla: a Torpè ha iniziato a piovere intorno alle ore 14, ma si trattava di una pioggia normale. Ma il problema è un altro.

torpè 11Quale?

Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione sull’evoluzione e lo sviluppo dei fenomeni meteo (come accaduto in altri comuni, ndr, vedi Galtellì e Olbia), nemmeno dalla diga di Macheronis, situata pochi km a monte di Torpè. Durante la fase di “allerta meteo” un Sindaco ha mille cose da fare ed organizzare, diversi problemi di cui occuparsi: non può perdere tempo, come mi è stato suggerito, nel telefonare agli altri Comuni, su in collina, per sapere se e quanto sta piovendo.

Dunque avete fatto tutto da soli?

Sì. Dalle ore 17, quasi improvvisamente, il livello del fiume, sempre sorvegliato da tecnici comunali, è salito moltissimo ed abbiamo capito che poteva accadere qualcosa di grave. Intorno alle ore 18 abbiamo ricevuto la telefonata dalla Prefettura che ci ordinava di evacuare. Ma noi avevamo già iniziato a farlo e le persone, per scappare dall’acqua, si rifugiavano sui tetti!

torpè 10Ci sono dunque stati errori nella gestione dell’emergenza?

Tutti possiamo commettere errori. E’ vero che è stato consentito di costruire a ridosso degli argini ma la legge di allora lo permetteva. Posso dire però che le carte del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico, ndr) si sono rivelate lo specchio della realtà: le zone inondate sono quelle indicate come maggiormente a rischio (in altri Comuni non è andata così, ndr, vedi Uras). Aggiungo che sulla diga di Macheronis sono in corso alcuni lavori che durano da diversi anni: tali attività avrebbero dovuto concludersi nel 2010 ma invece non sono ancora terminate. Inoltre mi dicono che la diga non è nata per tutelare il territorio ma per fornire acqua. Io però mi chiedo: chi doveva informarmi sull’arrivo dell’onda di piena? In ogni caso, su quanto accaduto sta indagando la Magistratura.

Proprio su questo ultimo punto, sull’informazione durante l’evento, sono allo studio progetti di monitoraggio idrogeologico che potrebbero interessare anche il bacino del Posada. Lei cosa ne pensa?

Sono favorevole e disponibile ad introdurre nel territorio del mio Comune questa metodologia. Attendo notizie al riguardo.

In conclusione, quale è la priorità adesso per il Comune di Torpè?

Mi riaggancio alla domanda precedente. La nostra priorità è la sicurezza del territorio, dei fiumi, dei canali, degli argini e lo sviluppo di tutto ciò che può contribuire alla mitigazione del rischio idrogeologico, compresa la pulizia degli alvei.

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