I violenti terremoti avvenuti a marzo, in Italia e nel Mondo

In passato, terremoti talvolta ben più violenti di quelli recenti in Perù ed Ecuador ed in Afghanistan devastarono, in marzo, altri Paesi, Italia inclusa
MeteoWeb

di Alessandro Martelli (esperto di sistemi antisismici, già direttore ENEA) – Quest’anno, dopo i terremoti (di magnitudo momento massima Mw max = 7,9) che, in febbraio, devastarono la Turchia e la Siria1÷6 , fortunatamente, nel mese di marzo si sono verificati solo due sisma violenti. Il primo è quello verificatosi fra il Perù Settentrionale e l’Ecuador Meridionale (vicino alla città storica ecuadoregna di Balao, con una profondità ipocentrale di 65 km) nel pomeriggio del 18 marzo, di magnitudo Richter stimata Ms = 6,5÷6,8, che risulta aver causato almeno 15 vittime ed oltre 120 feriti (Fig. 1).

Il secondo è quello che ha colpito la regione dell’Hindu Kush dell’Afghanistan alle 17:47 (ora italiana) di ieri, 21 marzo, di M ≈ 6,6 e con profondità ipocentrale pari a ben 179 km. Questo secondo recentissimo terremoto (durato 30 s) è stato avvertiti non solo in Pakistan, ma anche in India, in Tajjikistan, in Uzbekistan, in Kazakistan ed in Cina. I crolli risultano già essere stati notevoli (Fig. 2), ma, al momento della scrittura di quest’articolo non è ancora noto se vi siano vittime e, eventualmente, quante esse siano.

Figura 1 – Danni causati dal terremoto in Perù ed Ecuador del 18 marzo 2023
Figura 1 – Danni causati dal terremoto in Perù ed Ecuador del 18 marzo 2023
Figura 2 – Danni causati dal terremoto in Afghanistan del 21 marzo 2023
Figura 2 – Danni causati dal terremoto in Afghanistan del 21 marzo 2023

I violenti terremoti avvenuti in marzo, nel passato, in altri Paesi

Occorre ricordare che, in passato, terremoti talvolta ben più violenti di quelli recenti in Perù ed Ecuador ed in Afghanistan devastarono, in marzo, altri Paesi, Italia inclusa. Il 28 marzo 1964, infatti, si verificò, in Alaska, il sisma di Prince William Sound (M = 9,2)7, che è l’evento noto più violento al mondo dopo quello di Valdivia (nel Cile Meridionale) del 22 maggio 1960 (M = 9,5). L’epicentro del terremoto di Prince William Sound fu in uno stretto di mare circondato da montagne, ad 80 km a sud di Anchorage. Anche questo sisma, come quello di Valdivia, oltre a provocare ingenti danni nei centri abitati (Fig. 3) e più di 100 vittime, causò uno maremoto: quest’ultimo, spingendosi verso sud, raggiunse le coste della California.

Figura 3 – Danni causati dal terremoto di Prince William Sound (Alaska) del 28 marzo 1964
Figura 3 – Danni causati dal terremoto di Prince William Sound (Alaska) del 28 marzo 1964

Successivamente, il 28 marzo 2005, un terremoto di M = 8,7 colpì l’Indonesia. Il sisma, con epicentro a 200 km a nord dalle coste dell’isola di Sumatra, causò 1.300 vittime accertate, in massima parte abitanti dell’isola occidentale di Nias (Fig. 4)7. Tale evento si verificò poco più di tre mesi dopo quello di M = 9,1 che, il 26 dicembre 2004, aveva devastato l’isola, innescando anche un violentissimo maremoto e causando, così, oltre 200.000 vittime.

Figura 4 – Danni causati dal terremoto di Sumatra (Indonesia) del 28 marzo 2005
Figura 4 – Danni causati dal terremoto di Sumatra (Indonesia) del 28 marzo 2005

Infine, per quanto attiene ad altri Paesi, è da ricordare che, l’11 marzo 2011, il quinto sisma noto più violento al mondo colpì il Giappone Settentrionale, a Tohoku (Mw = 8,9÷9,0). L’epicentro del terremoto (con una profondità ipocentrale di 30 km) fu a 130 km al largo della costa della prefettura di Miyagi, a 130 km ad est di Sendai (Figura 5)7. Si trattò del sisma più devastante mai registrato in quell’area. Durò circa 6 minuti e fu seguito da numerose forti scosse (alcune di M = 7,0,÷7,4). Pure questo terremoto innescò un maremoto, con onde alte fino a 10 m, che si abbatterono sulle coste nord-orientali del Paese ad una velocità di circa 750 km/h. Esse causarono i danni più ingenti, nonché il maggior numero delle quasi 15.900 vittime accertate (i feriti furono oltre 5.300 ed i dispersi risultarono quasi 4.500). La situazione fu ulteriormente aggravata da quanto accadde nella centrale nucleare di Fukushima Dai-chi: infatti, soprattutto a causa del maremoto, fusero i noccioli dei reattori 1, 2 e 3 della centrale (si guastò il sistema di raffreddamento ed avvenne il rilascio  materiali radioattivi).

Figura 5 – Effetti del terremoto di Tohoku (Giappone) dell’11 marzo 2011
Figura 5 – Effetti del terremoto di Tohoku (Giappone) dell’11 marzo 2011

I terremoti violenti avvenuti in marzo, nel passato, in Italia

In Italia, fortunatamente, non risulta essersi mai verificato (almeno in tempi storici) un terremoto di magnitudo pari a quelle degli eventi del passato o di febbraio di quest’anno in Turchia prima ricordati. Però, pure il nostro Paese è ad elevato rischio sismico e, in alcune zone (ad esempio, in Sicilia), pure ad elevato rischio maremoto. L’elevato rischio sismico è causato anche dalla spesso molto alta vulnerabilità delle nostre costruzioni. È vero che la magnitudo dei sismi che hanno colpito l’Italia in tempi storici non risulta aver superato il valore di Mw = 7,3, che caratterizzò l’evento della Val di Noto dell’11 gennaio 1693, ma è anche vero che tale evento innescò un violento maremoto e, complessivamente, causò almeno 60.000 vittime.

Per quanto attiene ai sismi violenti accaduti in passato, in Italia, nel mese di marzo, sono anzitutto da ricordare quelli della Calabria del 27 e del 28 marzo 1638. La prima scossa (di Mw = 6,8 ed intensità I = XI della Scala MCS) si verificò alle 22:00 del primo giorno. Essa interessò, soprattutto l’alto Crati (alle pendici della Sila), la Valle del Savuto e centri abitati lungo la costa tirrenica, poco a nord del Golfo di Sant’Eufemia, distruggendone quasi completamente 17 (ad esempio, Amantea). Crollarono 10.000 abitazioni ed altre 3.000 risultarono inabitabili. Le vittime furono moltissime, tra le 10.000 e le 30.000. Molti abitanti emigrarono.

Il 28 marzo, domenica delle Palme, si verificarono due nuove violente scosse (ambedue di Mw = 6,6 ed I = XI e X, rispettivamente), con epicentro più a sud, nella Calabria Ulteriore. A Nicastro, epicentro della prima nuova scossa, vi fu il maggior numero di vittime: circa 3.000, delle quali 600 a causa del crollo della Chiesa dei Francescani, affollata per le celebrazioni delle Palme. Gravi danni si registrarono in quasi tutto il Lametino, e molte furono le vittime anche in altri centri abitati, pure a causa di un maremoto verificatosi successivamente al sisma.

Infine, più recentemente, ricordo le due ultime scosse violente della sequenza sismica della Calabria Meridionale del 1783 (iniziata il 5 febbraio, con una scossa di M = 7,19): quella del 1° marzo (M = 5,9), con epicentro nei pressi di Polia, e quella, assai più forte, del 28 marzo (M = 7,0), con epicentro fra i comuni di Borgia e di Girifalco. La sequenza sismica suddetta ebbe effetti complessivi devastanti sulla maggior parte del territorio calabrese e nella Sicilia nord-orientale (Fig. 6); complessivamente, causò tra le circa 31.000 e le 50.000 vittime, non solo nella Calabria Meridionale, ma anche nel Messinese (sui circa 40.000 abitanti di allora)9.

Figura 6 – Stampa riguardante la sequenza sismica della Calabria Meridionale del 1783
Figura 6 – Stampa riguardante la sequenza sismica della Calabria Meridionale del 1783

Un monito per il futuro

Non solo i recenti violenti terremoti in Turchia ed in Siria, ma anche quelli avvenuti nel passato in vari altri Paesi (dei quali ho ricordato quelli di cui questo mese ricorre l’anniversario) dovrebbero costituire un monito per il noi italiani. Infatti, come ho sottolineato, anche l’Italia è caratterizzata da un rischio sismico molto elevato, pure se la magnitudo dei terremoti che l’hanno colpita risulta non aver superato (almeno in tempi storici) il valore di M~7,38. Inoltre, l’Italia ha un edificato assai vulnerabile al sisma, come mostrano gli effetti devastanti dei terremoti violenti che la colpirono  nel passato (ad esempio quelli dei due eventi che ho prima ricordato). Pertanto, è indispensabile e molto urgente che siano avviate, in Italia, corrette politiche di prevenzione del rischio sismico (oltre che degli altri rischi naturali), come è richiesto nella petizione da me lanciata, su change.org, alla fine del 202010 (a tutt’oggi, essa è già stata firmata da 960 persone).

Confido, poi, che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) dia rapidamente seguito alla prima proposta di legge che, recentemente, assieme ad altri esperti, ho ad esso presentato: ricordo che essa è relativa alla prevenzione del rischio sismico per le scuole e per gli ospedali, perché questi sono gli edifici strategici ritenuti più importanti (per tali edifici, tale proposta prevede, fra l’altro, l’incentivazione dell’utilizzazione dell’isolamento sismico e degli altri moderni sistemi antisismici).

Confido pure che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) accolga, con altrettanta rapidità, la proposta da me fatta, nella mia qualità di membro della sua Commissione IPPC (“Integrated Pollution Prevention and Control”) per il rilascio dell’AIA (“Autorizzazione Integrata Ambientale”), di incaricare la Commissione di verificare pure la sicurezza sismica ed a fronte possibili maremoti degli impianti chimici a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) e di incentivare l’utilizzazione dei moderni sistemi antisismici anche in questi impianti.

Riferimenti bibliografici

[1] Laura De Donato (con intervista ad Alessandro Martelli): «Si aggrava il bilancio di vittime e danni causati dal sisma anatolico – In Turchia e Siria la Terra trema ancora – Da molti anni nella regione non si assisteva a un evento così distruttivo. Ma la gravità del fenomeno non è dovuta solo alla magnitudo del sisma: mancano prevenzione e conoscenza dei meccanismi tellurici», RAI 3, Leonardo, https://www.rainews.it/tgr/piemonte/articoli/2023/02/terremoti-turchia-siria-placche-anatolia-eurasiatica-tgrleonardo-b8674c3b-40cd-49ca-8757-6d9cc2fba208.html, 7 febbraio 2023; «Turchia, tragedia annunciata», https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2023/02/terremoto-turchia-siria-ingv-tgrleonardo-130f82ab-1e0d-4bae-842f-632d23b9fdc8.html, TGR Leonardo, Rainews, 8 febbraio 2023.

[2] Stefano Magni: «Intervista / Alessandro Martelli – Turchia, si potevano salvare vite. Costruendo meglio», La Nuova Bussola Quotidiana,  https://lanuovabq.it/it/stefano-magni, 8 febbraio 2023.

[3] Stefano Magni (con intervista ad Alessandro Martelli): «Teorie del complotto – “Terremotismo”, reazione ai media e allo scientismo – Editoriali», La Nuova Bussola Quotidiana,  https://lanuovabq.it/it/terremotismo-reazione-ai-media-e-allo-scientismo, 11 febbraio 2023.

[4] Alessandro Martelli: «La protezione degli ospedali dai terremoti: in Turchia ancora una prova dell’efficacia dell’isolamento sismico», Ingenio, https://www.ingenio-web.it/articoli/la-protezione-degli-ospedali-dai-terremoti-in-turchia-ancora-una-prova-dell-efficacia-dell-isolamento-sismico/, 16 febbraio 2023.

[5] Meritocrazia Italia, Infrastrutture e Lavori Pubblici (con il contributo di Alessandro Martelli): «Rischio sismico e altre calamità – È tempo di prevenzione», Comunicato, https://www.meritocrazia.eu/rischio-sismico-e-altre…/), 17 febbraio 2023.

[6] Alessandro Martelli (a cura di  Redazione Meteoweb): «Terremoto in Turchia: fortunatamente almeno gli ospedali erano protetti da sistemi di isolamento sismico – Urge ora proteggere, con i moderni sistemi antisismici, anche i nostri ospedali, oltre alle nostre scuole ed alle tante altre nostre strutture, grazie all’attivazione di adeguate politiche di prevenzione dei rischi naturali», Meteoweb,  https://www.meteoweb.eu/…/terremoto-turchia…/1001205925/, 18 febbraio 2023.

[7] Beatrice Raso (con intervista ad Alessandro Martelli): «I 10 terremoti noti più violenti nel mondo: dal “Grande Terremoto Cileno” M. 9.5 nel 1960 al sisma del Tibet M. 8.6 del 1950 “Il sisma noto più violento, a livello mondiale, è quello di Valdivia (M = 9,5), che colpì il Cile Meridionale il 22 maggio 1960”, spiega l’Ing. Alessandro Martelli», Meteoweb, https://www.meteoweb.eu/2021/01/10-terremoti-violenti-mondo-cile-tibet/1538456/, 26 gennaio 2021.

[8] Peppe Caridi (con intervista ad Alessandro Martelli): «La violentissima scossa dell’11 Gennaio 1693 in Sicilia: 328 anni fa il catastrofico terremoto della Val di Noto – Il terremoto della Val di Noto: una scossa violentissima l’11 Gennaio 1693», http://www.meteoweb.eu/2021/01/la-violentissima-scossa-dell11-gennaio-1693-in-sicilia-328-anni-fa-il-catastrofico-terremoto-della-val-di-noto/1531845/, 11 gennaio 2021.

[9] Alessandro Martelli (a cura di  Redazione Meteoweb): «I terremoti ed i maremoti della Calabria Meridionale del 1783 – Si stima che siano stati almeno 30 mila i morti causati dallo sciame sismico verificatosi nella Calabria meridionale nel 1783 che ha cambiato per sempre la morfologia del territorio», Meteoweb, http://www.meteoweb.eu/2021/02/i-terremoti-ed-i-maremoti-della-calabria-meridionale-del-1783-foto/1544127/, 6 febbraio 2021.

[10] Alessandro Martelli: «Che si inizino finalmente ad attuare serie politiche di prevenzione», change.org, http://chng.it/gf7T6ZVF, 29 novembre 2020.

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