Misterioso bagliore nel cielo di Kiev, la NASA smentisce: “non è stato il nostro satellite”

Il bagliore che ha attraversato il cielo della capitale ucraina non è stato causato dal satellite RHESSI
MeteoWeb

Il misterioso lampo che ha illuminato i cieli della capitale ucraina Kiev non è stato generato dal rientro del satellite della NASA RHESSI, che, in quel momento era “ancora in orbita“: è quanto ha sottolineato l’agenzia spaziale statunitense, dopo che funzionari di Kiev avevano parlato di un satellite NASA caduto sulla Terra.

Il bagliore è stato osservato nel cielo sopra la capitale intorno alle 22 di ieri ora locale (le 21 in Italia). “Secondo le informazioni preliminari, questo fenomeno è stato il risultato della caduta sulla Terra di un satellite spaziale della NASA,” aveva affermato il capo dell’amministrazione militare di Kiev, Serhiy Popko. L’agenzia spaziale statunitense ha però smentito. RHESSI dovrebbe essere rientrato nelle scorse ore, successivamente al bagliore segnalato in Ucraina: si attende la conferma della Space Force statunitense.

Il rientro del satellite

In precedenza, la NASA aveva reso noto che un satellite non operativo sarebbe rientrato sulla Terra la notte tra mercoledì e giovedì ora italiana, senza tuttavia poter fornire una localizzazione geografica. L’agenzia spaziale aveva sottolineato che la maggior parte del satellite sarebbe andata distrutta nel suo viaggio “infuocato”, avvertendo però che “alcuni componenti” avrebbero potuto resistere all’impatto con l’atmosfera.

Il satellite RHESSI della NASA

Il satellite RHESSI (“Reuven Ramaty High Energy Solar Spectroscopic Imager”) è stato lanciato in orbita terrestre bassa a bordo di un razzo Pegasus XL nel febbraio 2002. Il veicolo da 270 kg ha studiato i brillamenti solari e le espulsioni di massa coronale utilizzando il suo unico strumento scientifico, uno spettrometro che ha registrato raggi X e raggi gamma.

Il satellite morto della NASA si schianterà sulla Terra questa settimana
Credit NASA

Durante la missione, RHESSI ha registrato più di 100mila eventi di raggi X, consentendo agli scienziati di studiare le particelle energetiche nei brillamenti solari,” ha spiegato la NASA. “L’imager ha aiutato i ricercatori a determinare la frequenza, la posizione e il movimento delle particelle, e ciò li ha aiutati a capire dove le particelle venivano accelerate“.

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