La NASA ha rinunciato alla missione lunare del piccolo CubeSat Lunar Flashlight, che doveva diventare il “cacciatore” di ghiaccio d’acqua nei crateri ombrosi vicino al Polo Sud della Luna. La sonda delle dimensioni di una valigetta è stata lanciata con un razzo Falcon 9 SpaceX lo scorso dicembre, ma poco dopo ha avuto problemi con il suo sistema di propulsione, un dimostratore tecnologico, non riuscendo a generare una spinta sufficiente per raggiungere l’orbita lunare come previsto.
Il team di missione ha tentato di risolvere il problema per quasi 6 mesi, invano. Quindi, ieri, 12 maggio, la NASA ha annunciato la decisione di porre fine alla missione pianificata di Lunar Flashlight.
“Successo come banco di prova”
“Le dimostrazioni tecnologiche sono, per loro natura, ad alto rischio e alta ricompensa, e sono essenziali per la NASA per testare e imparare,” ha spiegato Christopher Baker, program executive per Small Spacecraft Technology presso la Space Technology Mission Directorate presso la sede della NASA a Washington. “Lunar Flashlight ha avuto molto successo come banco di prova per nuovi sistemi che non erano mai volati nello Spazio prima,” ha aggiunto Baker. “Quei sistemi, e le lezioni che Lunar Flashlight ci ha insegnato, saranno usati per missioni future“.
Tra questi successi, la NASA ha annoverato il computer di volo Sphinx del Cubesat, una variante a bassa potenza e resistente alle radiazioni sviluppata dal Jet Propulsion Laboratory, e la radio della sonda, nota come Iris. “Dotata di una nuova capacità di navigazione di precisione, la radio può essere utilizzata da futuri piccoli veicoli spaziali per incontrarsi e atterrare su corpi del Sistema Solare,” hanno spiegato i funzionari della NASA.
Il team di missione ha anche testato con successo il riflettometro a 4 laser di Lunar Flashlight, suggerendo che avrebbe potuto effettivamente individuare il ghiaccio d’acqua sui crateri lunari. “È deludente per il team scientifico, e per l’intero team Lunar Flashlight, che non saremo in grado di utilizzare il nostro riflettometro laser per effettuare misurazioni sulla Luna,” ha affermato Barbara Cohen, principal investigator della missione presso il Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Maryland. “Abbiamo però raccolto molti dati sulle prestazioni in volo dello strumento che saranno incredibilmente preziosi per le future iterazioni di questa tecnica“.
Anche il sistema di propulsione miniaturizzato di Lunar Flashlight era un nuovo tipo di tecnologia, che utilizzava parti stampate in 3D e propellente “verde”. Sembra che il sistema di alimentazione del carburante dei propulsori sia stato intasato da qualche tipo di detrito – trucioli di metallo o polvere, forse – che ha impedito di operare a pieno regime, hanno spiegato i funzionari della NASA.
I membri del team di missione hanno provato diverse tattiche per rimuovere i detriti, incluso l’aumento della pressione del carburante a livelli molto al di sopra del normale, ma niente ha funzionato in tempo per consentire chela sonda raggiungesse la sua orbita lunare pianificata.
Il destino di Lunar Flashlight
La missione di Lunar Flashlight non è necessariamente perduta. La maggior parte dei sistemi della sonda funziona ancora bene e la NASA potrebbe finire per assegnarle un nuovo compito. “Dopo aver viaggiato oltre la Luna, Lunar Flashlight sta ora tornando verso la Terra e sorvolerà il nostro pianeta a circa 65mila km il 17 maggio,” hanno sottolineato i funzionari dell’agenzia. “Il CubeSat poi tornerà nello Spazio profondo e orbiterà attorno al Sole. Continua a comunicare con gli operatori della missione e la NASA sta valutando le opzioni per il futuro del veicolo spaziale“.
Anche il compagno di viaggio di Lunar Flashlight, lanciato con la stessa missione SpaceX, non è riuscito a raggiungere tutti i suoi obiettivi di missione: Hakuto-R è finito per schiantarsi durante il suo tentativo di atterraggio lunare il 25 aprile. Come Lunar Flashlight, anche il lander giapponese ha ottenuto una serie di successi: ad esempio, ha raggiunto con successo l’orbita lunare, dimostrando la fattibilità di molti dei sistemi che ispace utilizzerà nelle future missioni lunari.