Alluvione in Libia, esperto: “la potenza del ciclone Daniel deriva dal calore del Mediterraneo”

Il climatologo Davide Faranda: "la Libia ha subito gli impatti di un 'ciclone di tipo tropicale', una depressione verticale alimentata dall'energia del mare molto caldo"
MeteoWeb

La potenza del ciclone Daniel, che ha provocato inondazioni, morti e devastazioni in Grecia, Turchia e Bulgaria e poi in Libia, scatenando uno dei disastri più gravi del Mediterraneo, deriva dalla temperatura molto elevata del Mare Nostrum. Lo ha spiegato in un’intervista al quotidiano francese Le Monde il climatologo Davide Faranda, esperto in eventi meteo estremi al CNRS francese e all’istituto Pierre-Simon Laplace. Specialista del collegamento fra meteorologia e cambiamenti climatici, Faranda ha analizzato la natura di questo ciclone molto violento che ha seminato distruzione e morte tra Europa sudorientale e Nord Africa. “La Libia ha subito gli impatti di un ‘ciclone di tipo tropicale’, una depressione verticale alimentata dall’energia del mare molto caldo”, ha spiegato.

È in continuità con il ciclone Daniel che è passato in Grecia, Turchia e Bulgaria la scorsa settimana, nonostante normalmente quel tipo di fenomeni si esaurisca spostandosi a Est. In questo caso, l’anticiclone a forma di Omega, lo stesso che ha provocato anche il caldo estremo che persiste da giorni, ha bloccato il ciclone in Grecia a lungo e poi in mare, fra Grecia e Sicilia, provocando piogge molto violente. Successivamente, le correnti atmosferiche l’hanno portato verso le coste libiche che l’hanno attirato con le temperature molto elevate del mare”, ha concluso Faranda.

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