Incidenti in autostrada, “questa nebbia non è legata allo smog ma al meteo”

La nebbia responsabile di tanti incidenti in Pianura Padana “è connessa a quel che sta accadendo a livello meteorologico”, spiega Vanes Poluzzi
MeteoWeb

La nebbia in Pianura Padana oggi è stata responsabile di tanti, gravi incidenti, che hanno coinvolto decine e decine di veicoli e provocato vittime e feriti. “La nebbia di oggi e in generale quella che si è formata” in Pianura Padana “in questi giorni non è direttamente connessa all’inquinamento“, ai pesanti livelli di smog, “è invece piuttosto connessa a quel che sta accadendo a livello meteorologico. Lo spiega all’ANSA Vanes Poluzzi, responsabile del Centro tematico regionale di Qualità dell’aria di Arpae, l’Agenzia regionale per l’ambiente in Emilia Romagna.

Le formazioni nebbiose odierne sono da ricondurre all’andamento “dell’anticiclone subtropicale che ha portato nei giorni scorsi una massa d’aria estremamente calda, con temperature tardo-primaverili anche in Appennino“, spiega l’esperto. “Stamattina questo flusso caldo in quota ha iniziato a diminuire e ‘finalmente’ almeno di notte siamo tornati a temperature più basse”, precisa, “per cui l’atmosfera si comporta come avrebbe dovuto normalmente fare, cioè fatica a far sciogliere il vapore acqueo” e quindi fa formare la nebbia.

La nebbia legata alla presenza massiccia di inquinanti “l’abbiamo invece registrata qualche giorno fa in tutta la Pianura Padana“, la cosiddetta “nebbia chimica. “Quel che accade oggi – dice Poluzzi – è invece la ‘normalità dell’inverno. Ma siccome” col cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature medie di stagione “ci siamo ormai abituati a diminuzioni importanti di nebbia, quando c’è“, come era normale sessant’anni fa che ci fosse, “ci sorprendiamo“.

La “chimica” che lega nebbia e smog è complessa e dipende da numerosi fattori. Dal canto suo la nebbia può “fare” due cose: se non è ancora arrivata alla saturazione può comportarsi da accumulo di inquinanti. Quando invece condensa, quindi è nel punto in cui forma le goccioline d’acqua o i cristalli di brina, la nebbia “intrappola” e fa un’azione “rimotrice” dello smog. L’inquinamento a sua volta può favorire, in alcuni casi ma non sempre, la formazione di nuclei di nebbia e questo dipende principalmente dalla temperatura.

Incidenti per nebbia sulla A21: 2 morti e 48 feriti

È di 2 morti e 48 persone ferite in maniera più o meno grave, il bilancio della serie di incidenti stradali avvenuti a causa della nebbia sulla A21 nel tratto tra Pontevico e Manerbio, in provincia di Brescia. Sono complessivamente 64 le persone coinvolte negli incidenti: 2 i deceduti, 48 le persone portate in ospedale di cui 18 in codice giallo e 30 in codice verde, mentre per 14 non è stato necessario il trasporto in ospedale. I feriti sono stati trasportati negli ospedali di Brescia, Chiari, Montichiari, Manerbio e Cremona.

Cappa di smog in Pianura Padana ancora per qualche giorno

La situazione da bollino rosso per lo smog in Emilia Romagna non è destinata a risolversi nell’immediato. “Nei prossimi giorni le condizioni saranno simili, ancora di criticità, almeno finché non cambia la situazione meteo ad ampia scala, ancora pilotata in tutto il Mediterraneo centrale da temperature elevate“, dice all’ANSA Vanes Poluzzi. “Da sud-ovest arrivano correnti d’aria molto calde mentre sarebbe benvenuta non solo la pioggia ma la neve, oppure un cambio d’aria”. Cambiamenti che però “non ci aspettiamo nei prossimi due-tre giorni”. Un “segnale di miglioramento – aggiunge – che però andrà verificato perché troppo a lungo termine, è per il prossimo weekend”, quando il meteo potrebbe mutare.

La situazione è abbastanza critica ma non uniforme: i valori più elevati di particolato (PM10) sono principalmente in Pianura e non in Appennino. “Potrebbe sembrare scontato e invece non lo è – spiega Poluzzi – E questo ci fa capire un’altra cosa importante”, ovvero che l’atmosfera è al momento “disaccoppiata“: tutto ciò che viene emesso nei bassi strati non riesce ad andare su più di tanto. Così si crea una sorta di circolo vizioso per cui più “è ingabbiato” nella parte bassa dell’atmosfera, più l’inquinamento peggiora e perdura. Con conseguenze negative per la salute dell’uomo per due motivi: “uno perché gli inquinanti tendono ad accumularsi sempre di più; secondo perché aumentando la concentrazione aumenta anche la probabilità di reazioni a catena nei composti chimici” con l’aumento del cosiddetto “inquinamento secondario“. Dunque le misure restrittive adottate – come lo stop ai Diesel Euro 5 – “vanno nella direzione giusta. Se siano sufficienti – risponde l’esperto – ahimé dipende anche dalle condizioni meteo”. “E questo non è più un problema della pianura del Po ma di scala planetaria”.

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