È iniziata la COP29, la 29ª Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite dedicata alla lotta contro la crisi climatica globale. Fino al 22 novembre, a Baku si terranno negoziati cruciali su temi come la riduzione delle emissioni di gas serra e il supporto finanziario ai Paesi in via di sviluppo, affinché possano svilupparsi senza aumentare l’inquinamento, grazie alla cooperazione internazionale e al trasferimento di tecnologie ecologiche. Durante queste due settimane, l’attenzione sarà rivolta a strategie politiche, economiche e diplomatiche, con l’obiettivo di raggiungere accordi “inclusivi e sostenibili, che non lascino nessuno indietro”.
Il vertice di quest’anno si svolge sotto l’egida dell’UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) ed è ospitato dall’Azerbaigian, con Mukhtar Babayev, ministro dell’Ambiente e delle risorse naturali del Paese, come presidente di turno. Babayev ha ricevuto il testimone dal presidente della COP28, Sultan al-Jaber degli Emirati Arabi Uniti, durante la cerimonia d’apertura. Nel suo discorso inaugurale, Babayev ha ribadito l’importanza degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, richiamando più volte l’urgenza di concretizzare le ambiziose promesse di quella storica intesa internazionale.
“È il momento della verità per l’accordo di Parigi“: queste le parole di Babayev nel corso della cerimonia d’apertura della COP29. “Dobbiamo essere onesti: siamo sulla strada della rovina, dobbiamo investire per salvare il domani. Abbiamo bisogno di molto di più, da tutti“. Questa Conferenza è “il momento della verità per l’accordo di Parigi“.