“Paragonare questo virus a un’influenza è come paragonare un petardo a una bomba a mano”. Così Roberto Burioni ospite a Che tempo che fa su Rai2. “Questo virus non è un’influenza, ora è sotto gli occhi di tutti, centinaia di morti, rianimazioni strapiene. Un’altra cosa non vera è che non si muore per il coronavirus ma con il coronavirus. Invece si muore per il coronavirus. Muoiono di più le persone deboli ma non bariamo con le parole, perché poi induciamo la convinzione che questa malattia riguarda solo anziani e malati. Non è vero. Si stanno saturando le terapie intensive. Quando non ci sono più posti anche un giovane di 25 anni magari con un incidente non lo possiamo curare. Siamo in una situazione complicata, non dobbiamo nascondercela o minimizzarla, per rallentare questa epidemia possiamo solo rallentare i contatti. Si esce di casa solo per l’indispensabile e quando si esce si sta attenti; questo è necessario soprattutto nelle regioni in cui non c’è ancora stata un’esplosione dei casi. Queste misure non sono una limitazione della nostra libertà. Dobbiamo fare resistenza, come partigiani, contro questo dittatore, questo virus”, ha concluso il virologo.