Ieri un violento terremoto ha nuovamente colpito l’Indonesia

Fortunatamente, in Italia, tali eventi sono assai meno frequenti. Forti terremoti, però, si verificano, periodicamente, anche da noi: urgono, pertanto, corrette politiche di prevenzione sismica
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di Alessandro Martelli (esperto di sistemi antisismici, già direttore ENEA) – L’Indonesia (un Paese, che, già nel 2012, contava 270 milioni di abitanti) si trova sulla cosiddetta “Cintura di Fuoco del Pacifico”, un’area ad elevato rischio sismico, oltre che rischio di devastanti maremoti ed eruzioni vulcaniche. In Indonesia, in passato, si sono già verificati numerosi violenti terremoti, anche assai distruttivi [1]. Oggi, in tale Paese, alle 11:55, si è verificato l’ennesimo evento sismico, di magnitudo stimata Ms = 7,0. L’epicentro è stato in mare, a 96 km a nord di Tuban, lungo la costa settentrionale dell’isola di Giava. Fortunatamente, la profondità ipocentrale risulta esser stata assai elevata (di circa 600 km), cosicché, almeno al momento della scrittura di quest’articolo, non sono riportati né vittime, né gravi danni (risulta soltanto l’evacuazione di alcuni edifici). Inoltre, non è stato segnalato alcun maremoto, sia perché la magnitudo del sisma non ha raggiunto un valore tale da poterlo scatenare direttamente, sia perché, verosimilmente, l’evento non ha provocato alcuna frana sottomarina, in grado di innescare il maremoto indirettamente.

I terremoti del recente passato in Indonesia

Limitandomi ai terremoti più recenti dai quali l’Indonesia fu colpita, ricordo quelli verificatisi:

(1) il 14 luglio 1976, con epicentro nella Provincia di Bali (a nord della Reggenza di Buleleng), di magnitudo M = 6,5, che provocò 573 morti a Bali e lo sfollamento di circa 600 persone;

(2) il 18 dicembre 1979, nuovamente nella Provincia di Bali, a sud-est della costa della Reggenza di Karangasem, nello Stretto di Lombok (terremoto di Bali), di magnitudo delle onde superficiali Mos = 6,3 e profondità ipocentrale Pip = 15 km, che provocò soltanto 2 vittime, ma causò gravissimi danni (circa l’80% degli edifici della Reggenza di Karangasem furono danneggiati, i collegamenti stradali furono interrotti e vi furono quasi 500000 sfollati);

(3) il 24 dicembre 2004 (durato ben 8 minuti), con epicentro al largo della costa nord-occidentale di Sumatra, di M = 9,1 e Pip = 30 km, che innescò un devastante maremoto, con onde alte fino a 15 m, uccidendo, nelle 10 ore successive al sisma, 220.000÷230.000 persone (il 25% dei quali bambini), non solo in Indonesia (Figg. 1÷5), ma pure nello Sri Lanca, in India, in Thailandia, in Birmania, nel Bangladesh, nelle Maldive e persino in Somalia ed in Kenya, a ben 4.500 km dall’epicentro (tale terremoto fu il terzo evento noto più violento, dopo quello di Valdivia, in Cile, del 22 maggio 1960, di M = 9,5, e quello dell’Alaska del 27 marzo 1964, di M = 9,2) [1].

Allagamento provocato dal maremoto innescato dal terremoto di Sumatra del 2004
Allagamento provocato dal maremoto innescato dal terremoto di Sumatra del 2004

(4) il 30 settembre 2009 ed il 1° ottobre 2009, il primo con epicentro a 50 km ad ovest nord-ovest della città di Padang (terremoto di Sumatra) e di M = 7,6, il secondo con epicentro nella Provincia di Jambi e di magnitudo momento Mw = 6,6 ed Pip = 15 km, che, complessivamente, causarono 1.117 vittime;

(5) il 25 ottobre 2010 (terremoto di Sumatra), con epicentro nell’arcipelago delle isole Mentawai (al largo della costa occidentale di Sumatra), di M = 7,7, che innescò un maremoto con onde alte fino a 3 m (penetrate nell’entroterra per 600 m), uccise 400 persone e danneggiò 4.000 abitazioni;

(6) il 29 luglio ed il 5 agosto 2018 (terremoti di Lombok), ambedue con epicentro nell’isola omonima, il primo di M = 6,4 e Pip = 6,4 km ed il secondo di M = 7,0, che causarono, rispettivamente 20 e 460 vittime;

(7) il 28 settembre 2018, con epicentro nella Reggenza di Donggala, nella parte centrale dell’isola di Sulawesi, di M =7,5 e Pip = 20 km, che innescò un maremoto, provocò pure liquefazione dei suoli, uccise quasi 5.000 persone, provocò gravi danni (soprattutto nella cittadina di Palu) e costrinse 200.000 persone a lasciare le loro abitazioni;

(8) il 15 gennaio 2021, di con epicentro nella Reggenza di Majene, nuovamente nell’isola di Sulawesi, di Mw = 6,2, che provocò distruzioni in varie città, 81 vittime ed 820 feriti;

(9) il 21 novembre 2022, con epicentro nell’isola di Giava (terremoto di Giava del 2022) di M = 56 e Pip = 11 km, che provò gravi danni (soprattutto nella città di Cjanjur) e (a causa della superficialità dell’evento, nonostante il valore non elevatissimo di magnitudo) almeno 318 vittime e 7.729 feriti (si trattò dell’evento sismico più grave in termini di perdite umane in Indonesia dal terremoto di Sulawesi del 2028).

Il paragone con l’Italia

In Italia, fortunatamente, non risulta essersi mai verificato (almeno in tempi storici), un sisma della magnitudo di quello di Sumatra del 2004 ed i terremoti violenti che hanno colpito il nostro Paese sono stati, almeno sino ad ora, meno frequenti che non in Indonesia (oltre che in Giappone ed altrove [1]). Ricordo, infatti, che, in Italia, il terremoto conosciuto più violento è quello della Val di Noto, in Sicilia, dell’11 gennaio 1693, di magnitudo momento stimata Mws = 7,3, che fu seguito da un devastante maremoto [2]; ricordo, poi, che a tale evento seguono, per magnitudo (con M o Mw = 7,1), quelli:

– dell’Appennino Centro-Meridionale  (o della Campania) del 5 dicembre 1456;

– della Calabria Meridionale del 5 febbraio ÷ 28 marzo 1783 (anch’essi seguiti da maremoti) [3];

– della Basilicata del 16 dicembre 1857;

– di Messina e Reggio Calabria del 28 dicembre 1908 (anch’esso seguito da un maremoto) [4]

I recenti terremoti in Turchia ed in Siria, e pure quello verificatosi in Indonesia di oggi dovrebbero costituire un monito per il noi italiani [5,6]. Come ho ricordato nuovamente sopra, anche l’Italia è caratterizzata da un rischio sismico molto elevato. Pertanto, ripeto, è indispensabile e molto urgente che siano avviate, anche in Italia, corrette politiche di prevenzione del rischio sismico (oltre che degli altri rischi naturali), in accordo con la petizione da me lanciata alla fine del 2020 (a tutt’oggi, essa è già stata firmata da 969 persone).

Ritengo, poi, altrettanto urgente che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tenga conto delle proposta di legge inoltrata da me ed altri esperti il 28 gennaio scorso, relativa alla prevenzione del rischio sismico per le scuole e per gli ospedali e che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica  tenga conto della proposta da me ad esso fatta, il 9 gennaio scorso, che la  Commissione IPPC (“Integrated Pollution Prevention and Control”) per il rilascio dell’AIA (“Autorizzazione Integrata Ambientale”) sia incaricata pure di verificare la sicurezza sia sismica che (ove è il caso) a fronte di maremoti degli impianti chimici a Rischio di Incidente Rilevante. Noto che ambedue le suddette proposte prevedono, fra l’altro, l’incentivazione dell’utilizzazione dell’isolamento sismico e degli altri moderni sistemi antisismici [5,6].

Riferimenti bibliografici

[1] Beatrice Raso: «I 10 terremoti noti più violenti nel mondo: dal “Grande Terremoto Cileno” M. 9.5 nel 1960 al sisma del Tibet M 8.6 del 1950 “Il sisma noto più violento, a livello mondiale, è quello di Valdivia (M = 9,5), che colpì il Cile Meridionale il 22 maggio 1960”, spiega l’Ing. Alessandro Martelli», MeteoWeb, 26 gennaio 2021.

[2] Peppe Caridi: «La violentissima scossa dell’11 Gennaio 1693 in Sicilia: 328 anni fa il catastrofico terremoto della Val di Noto – Il terremoto della Val di Noto: una scossa violentissima l’11 Gennaio 1693», 11 gennaio 2021.

[3] Alessandro Martelli (a cura di  Redazione MeteoWeb): «I terremoti ed i maremoti della Calabria Meridionale del 1783 – Si stima che siano stati almeno 30 mila i morti causati dallo sciame sismico verificatosi nella Calabria meridionale nel 1783 che ha cambiato per sempre la morfologia del territorio», MeteoWeb, 6 febbraio 2021.

[4] Alessandro Martelli (a cura di Redazione Meteoweb): «Terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908: l’ultimo violento sisma dello Stretto – Oggi ricorre l’anniversario del violentissimo Terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908 (detto anche semplicemente di Messina, o della Calabria Meridionale – Messina, o Calabro-Siculo) e del successivo devastante maremoto»,  MeteoWeb, 28 dicembre 2022.

[5] Alessandro Martelli (a cura di  Redazione MeteoWeb): «I violenti terremoti avvenuti a marzo, in Italia e nel Mondo – In passato, terremoti talvolta ben più violenti di quelli recenti in Perù ed Ecuador ed in Afghanistan devastarono, in marzo, altri Paesi, Italia inclusa», MeteoWeb, 22 marzo 2023.

[6] Alessandro Martelli: «Terremoti in Turchia e Siria – L’efficacia dell’isolamento sismico in Italia», A&B – Atti e Bollettino di Informazione degli Ordini degli Ingegneri della Liguria – Trimestrale di informazione a cura dell’Ordine degli Ingegneri di Genova, n. 1, pp. 10÷15, gennaio / marzo 2023.

[7] Alessandro Martelli: «Che si inizino finalmente ad attuare serie politiche di prevenzione», change.org, http://chng.it/gf7T6ZVF, 29 novembre 2020.

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