La tempesta mediterranea Gabri si è distinta come uno degli eventi meteorologici più rilevanti degli ultimi anni in Sicilia. Per comprendere l’impatto di questa perturbazione, basta considerare che il giorno più piovoso paragonabile a ieri risale al 25 marzo 2020. Allora, un’eccezionale giornata di pioggia riuscì a scongiurare una crisi idrica in un’annata che si era aperta con due mesi di siccità senza precedenti. Secondo i dati della rete SIAS relativi al periodo 2002-2024, la giornata di ieri si è classificata come la decima più piovosa per la media regionale.
Il contributo idrico della tempesta Gabri assume particolare rilievo in un contesto di grave siccità che ha caratterizzato anche il 2024. Le abbondanti precipitazioni di ieri hanno rappresentato un sollievo per il settore agricolo e zootecnico, gettando le basi per un miglioramento delle condizioni di produzione di foraggio e cereali, grazie alle riserve idriche accumulate nei suoli. Anche il comparto agrumicolo ha beneficiato delle piogge, tanto da consentire la sospensione dell’irrigazione, che in alcune aree era proseguita fino alle ultime settimane. Tuttavia, la distribuzione delle precipitazioni è stata estremamente disomogenea, con deficit ancora significativi da colmare, soprattutto nelle aree centrali e occidentali dell’isola, dove le piogge si sono rivelate meno abbondanti.
Dal punto di vista dell’intensità, i fenomeni, pur violenti, non hanno superato in generale gli episodi estremi registrati in passato. Le linee temporalesche che hanno attraversato la Sicilia da sud verso nord hanno provocato nubifragi in molte zone, ma raramente si sono mantenute stazionarie. Gli eventi più intensi si sono concentrati nel settore etneo e peloritano, dove l’orografia ha amplificato i fenomeni atmosferici, dando origine a significativi effetti di stau. La rete SIAS ha registrato nuovi record di intensità di precipitazione nella stazione Linguaglossa Etna Nord (1875 m s.l.m.), dove i massimi accumuli in 1 ora (67mm), 3 ore (165mm) e 6 ore (250,4mm) hanno superato i precedenti. Questi valori, raccolti su terreni lavici e rocce porose, sono preziosi per il lento ripristino delle riserve idriche sotterranee etnee.
Anche i venti di burrasca hanno giocato un ruolo importante, accompagnati da tornado che hanno colpito particolarmente la provincia di Siracusa. Tra le raffiche registrate dalla rete SIAS, spiccano nuovi record assoluti: a Calascibetta (EN), con una velocità di 26,0 m/s (93,6 km/h) a 2 metri dal suolo, è stato superato il precedente picco di 25,1 m/s del 20 maggio 2023. A 10 metri dal suolo, la stazione di Ragusa ha registrato 34,1 m/s (122,8 km/h), superando il precedente massimo di 33,7 m/s registrato il 10 marzo 2012 durante la tempesta Athos, mentre ad Agira (EN) si è toccata una velocità di 31,3 m/s (112,7 km/h), superando il precedente record di 27,6 m/s dello stesso evento del 2012.
Gabri si configura quindi come un evento che, pur non risultando il più intenso della storia recente, ha avuto un impatto significativo su un territorio fragile e segnato dalla siccità. Le sue precipitazioni e i venti, per quanto estremi, sono stati in gran parte funzionali al ripristino delle risorse idriche, un elemento fondamentale per affrontare le sfide climatiche future.
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