In tanti si chiedono come mai il Coronavirus non stia colpendo la Russia, nonostante sia un grande Paese per giunta confinante con la Cina: la risposta più semplice e banale, soprattutto nelle società occidentali che vivono con un forte complesso di superiorità, è che i russi stiano insabbiando la reale situazione e che l’epidemia stia provocando chissà quanti morti e contagiati anche lì. La realtà, però, è ben diversa: la Russia si sta dimostrando il Paese migliore del mondo nell’affrontare l’emergenza più grande dell’ultimo secolo su scala planetaria, adottando misure molto dure ma sostanzialmente scientifiche.
Per capire cosa sta accadendo in Russia bisogna innanzitutto specificare che nonostante sia il Paese di gran lunga più grande del mondo con una superficie di oltre 17 milioni di km² (tanto per rendere l’idea, al secondo e terzo posto ci sono Canada e Stati Uniti d’America che sfiorano i 10 milioni di chilometri quadrati ciascuno; l’Italia supera di pochissimo i 300 mila km², significa che la Russia è grande quanto 57 volte l’Italia!), è anche uno dei meno densamente abitati con una popolazione di “appena” 146 milioni di abitanti (9° nel mondo), poco più del doppio dell’Italia che è quindi molto più popolosa rispetto alle sue dimensioni.
La Russia, inoltre, è un Paese decisamente isolato dal resto del mondo: non ci sono collegamenti particolarmente intensi e frequenti, e il turismo è molto limitato sia in entrata che in uscita. Gli italiani, ad esempio, viaggiano e si muovono molto di più. E soprattutto in Italia transitano molti più turisti da tutto il mondo (Cina in primis) rispetto a quanti non vadano a trascorrere le vacanze in Russia. E’ evidente, però, che non sono soltanto queste le ragioni che spiegano come la Russia sia fino al momento rimasta fuori dall’epidemia di Coronavirus: si tratta soltanto dei presupposti che già di per sè non ne facevano un Paese ad alto rischio, a differenza dell’Italia, del Giappone, degli USA o di altri Paesi più densamente popolati e più globalizzati.
La Russia in realtà si trova al momento fuori dall’emergenza perchè ha scelto di adottare sin dall’inizio la “linea dura”, seguendo in modo ferreo i dettami della scienza e facendo prevenzione. Il miglior modo per difendersi dal virus è evitare che arrivi, e la Russia si è completamente isolata dalle zone colpite in tempi non sospetti, sin dallo scorso mese di Gennaio quando ha chiuso tutte le frontiere con la Cina, e contestualmente ha disposto una stretta sui visti per i cittadini cinesi che non possono più entrare in territorio russo.
Dopo pochi giorni il Governo ha sospeso il collegamento via treno tra Russia e Cina e ridotto drasticamente i voli, limitandoli alla sola compagnia aerea russa Aeroflot che può atterrare dalla Cina nel solo aeroporto Sheremetjevo di Mosca dove viene effettuato un tampone obbligatorio a tutti i passeggeri che arrivano dalla Cina, che poi vengono obbligati a un isolamento di due settimane anche nel caso in cui il tampone dovesse rivelarsi negativo, per precauzione. Tutto questo senza suscitare alcuna polemica o reazione da parte del governo cinese.
Fino ad oggi ci sono stati soltanto tre casi di Coronavirus in Russia: i primi due erano cinesi che sono stati ricoverati in ospedale e sono guariti (proprio come la coppia cinese che ha superato la malattia dopo tre settimane di terapia intensiva allo Spallanzani di Roma), il terzo è un italiano arrivato il 29 Febbraio e ricoverato dal 2 marzo in buone condizioni, in isolamento in un ospedale di Mosca. La Russia ha anche riportato a casa 144 cittadini russi che si trovavano a Wuhan quando in Cina è scoppiata l’emergenza, ma li ha messi in quarantena in un sanatorio della Siberia occidentale, pattugliati da membri della guardia nazionale russa (che pubblica su instagram i dettagli del loro soggiorno forzato). Inoltre la Russia ha vietato a tutti gli studenti stranieri di frequentare le università del Paese: “non ci fanno entrare neanche in biblioteca“, hanno spiegato alcuni ragazzi colpiti dal divieto, ma possono seguire le lezioni in video-conferenza da casa.
L’esercito russo è mobilitato in tutte le città per controllare che qualcuno non rispetti le regole, compromettendo le norme anti-epidemia. Ha fatto molto scalpore nel Paese il caso di Alla Iljina (nella foto a destra), donna di San Pietroburgo che è fuggita dall’ospedale dove era stata messa in quarantena dopo il ritorno dalla Cina, ma subito rintracciata e rimessa in isolamento. “Mi sentivo in gabbia, non avevo lo shampoo e neanche il wi-fi. Mi davano cibo non commestibile, non ce la facevo più” ha raccontato per discolparsi. La donna ha detto di essere rientrata da Hainan il 30 gennaio: “il giorno dopo ho superato i test a Farbar“, città dell’estremo oriente russo. “Sono risultata negativa, ma mi hanno tenuto sotto osservazione. Il 4 febbraio ha iniziato a farmi male la gola e mi hanno portato nella clinica Botkinskaya per accertamenti. Anche qui sono risultata negativa al tampone, ma in ogni caso mi hanno messo in isolamento per due settimane. Sulla porta c’era una serratura elettromagnetica. Ho smontato la scatola e l’ho messa in corto circuito, mi ha aiutato la mia laurea in fisica. Sono scappata ma mi hanno trovato quasi subito“, ha raccontato.
Anche altre persone si sono lamentate delle restrizioni dell’isolamento forzato. Su facebook una ragazza, Alexandra Monakhova, ha chiesto aiuto dopo essere stata messa in quarantena in un ospedale di Mosca. Ha raccontato, tra l’altro, dei pazienti cinesi trattati alla stregua di “animaletti“. Fatto sta che pur con evidenti effetti collaterali per le limitazioni delle libertà personali, la Russia è riuscita a salvarsi (almeno fino ad ora) dall’epidemia. E l’ha fatto semplicemente seguendo la scienza, mentre l’occidente evoluto e sviluppato pensava (Italia in primis) a non essere razzista (!) come se il Coronavirus fosse un problema di razza, e anzichè adottare i provvedimenti di prevenzione ha #Abbracciato1Cinese (vedi l’iniziativa del Sindaco di Firenze) e s’è ritrovato in piena emergenza.