Come già accaduto in Cina, ricomincia a “respirare” anche la Pianura Padana, tra le zone più inquinate d’Europa, grazie ai blocchi imposti dall’emergenza Coronavirus: con la riduzione degli spostamenti e con le fabbriche a regime ridotto, la qualità dell’aria è migliorata.
In merito Giovanni Vallini, docente di Microbiologia agraria nel dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo veronese spiega che: “E’ noto che le emissioni di gas di scarico dovute al traffico veicolare contribuiscono pesantemente all’inquinamento dell’aria specialmente nelle aree metropolitane, quali gran parte del bacino padano. Gli scarichi veicolari contengono principalmente monossido di carbonio (CO), ossidi di azoto (NOx), idrocarburi (tra i quali anche quelli policiclici aromatici, conosciuti come IPA), particolato sospeso (polveri sottili e fuliggine) e quantità variabili di anidride solforosa (SO2).”
“In uno scenario mondiale in cui ci si affanna ormai a contrastare la pandemia causata dal nuovo Coronavirus, l’Italia – che ha scelto di adottare misure drastiche quali il confinamento domestico della popolazione – registra un crollo del traffico veicolare, ma anche delle attività produttive, tanto che le emissioni hanno subito una netta riduzione. Di conseguenza, l’aria è tornata – sulla scorta dei dati registrati dai satelliti – ad esser “pulita” come forse non si vedeva dai tempi dell'”austerità” determinata dalla crisi petrolifera degli anni ’70 del secolo scorso, quando – tuttavia – lo stop al traffico automobilistico spingeva i cittadini a riappropriarsi delle città sgombre da veicoli con uscite di massa a piedi e in bicicletta“.
“Lo confermano anche le immagini catturate dai satelliti In particolare, i dati inviati dal satellite Copernicus Sentinel-5P dell’ESA (European Space Agency) rivelano il declino dell’inquinamento atmosferico, soprattutto per quanto riguarda le emissioni di biossido di azoto (NO2). Questa riduzione si è resa particolarmente visibile nel nord Italia, proprio in coincidenza del blocco delle attività a livello nazionale, in funzione di contrasto al contagio da COVID-19. Il satellite su citato, che tiene traccia dell’inquinamento atmosferico, ha precisamente evidenziato un forte calo delle emissioni di NO2 in Italia proprio durante i primi due mesi e mezzo del 2020“.
Leffetto positivo potrebbe durare nel tempo? “Non possiamo che rallegrarci – in mezzo a tanta angoscia per l’emergenza sanitaria – di questa evidenza. Ma il contingente miglioramento della qualità dell’aria è destinato a regredire rapidamente quando – speriamo al più presto – il nostro Paese riprenderà il suo ritmo normale. Ciò dovrebbe però spingerci adesso, che ci accorgiamo quanto il traffico veicolare ammorba le nostre vite, ad una riflessione per scelte strategiche di cambio di passo e durature (vogliamo chiamarle green?) in termini di contenimento degli impatti ambientali per uno sviluppo sostenibile nei fatti e non solo nelle buone intenzioni“.