Cos’è, quanto costa e come funziona il tampone per il Coronavirus: tutte le FOTO dal laboratorio dell’Ospedale Niguarda di Milano [GALLERY]

Coronavirus, tutto quello che c'è da sapere sul tampone
  • Foto di Emanuele Cremaschi / Getty Images
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Cos’è e come funziona il tampone che consente di scoprire i casi positivi al Coronavirus? Si tratta di un tampone faringeo che si basa sul prelievo del materiale biologico nella faringe, più nello specifico “dalla superficie della mucosa tonsillare”, come specificato dall’Humanitas, e avviene attraverso un oggetto molto simile a un cotton fioc, un bastoncino cotonato. L’operatore sanitario che lo introduce nella bocca utilizza anche un secondo oggetto chiamato abbassalingua (simile allo “stecco” di un ghiacciolo) che, come suggerisce il nome, serve ad abbassare la lingua. È un’operazione fondamentale per due motivi: il primo è legato all’accesso alla faringe, che ovviamente diventa più agevole riducendo il volume occupato dalla lingua; il secondo al fatto che il tampone non deve essere assolutamente contaminato da altro materiale biologico presente sulle altre parti del cavo orale, come i denti o appunto la lingua. L’operazione, spiega l’Humanitas, “è un esame rapido e indolore”. L’operatore impiega pochissimi secondi per prelevare il materiale col tampone, che viene immediatamente immerso in un gel e inserito in una provetta. La persona sottoposta al test può sentire al massimo un piccolo fastidio o prurito nell’area raggiunta dal bastoncino cotonato.

La fase più complessa però è l’analisi: il materiale biologico prelevato col tampone faringeo viene inviato nel laboratorio analisi, dove attraverso una tecnica chiamata “reazione a catena della polimerasi” (PCR) viene rilevata o meno la presenza di un patogeno, come appunto il coronavirus. Questa procedura può richiedere fino a 4 ore con i test tradizionali, e per intercettare il profilo genetico del virus si basa su un processo di riscaldamento del campione prelevato. Esistono anche test diagnostici portatili e più rapidi, come quello messo a punto da scienziati dell’Università della Scienza e della Tecnologia di Hong Kong (HKUST) e della startup di biotecnologia Shenzhen Shineway Technology: il kit diagnostico, basato sulla tecnologia dei chip microfluidici, può analizzare 8 campioni contemporaneamente e impiega soltanto 40 minuti per dare un responso positivo o negativo.

Il test in realtà ha un costo irrisorio: stanno circolando molte bufale sul costo esagerato del tampone, addirittura migliaia di euro, ma in qualsiasi posto del mondo il costo del tampone in sè è di pochi centesimi perchè si tratta di un bastoncino cotonato, anche se il lavoro dei tecnici, dei microbiologi e degli operatori sanitari che devono analizzare il materiale biologico ha sicuramente un valore superiore. Ci sono in Italia cliniche private che stanno chiedendo circa 200 euro per un tampone. In realtà al Servizio Sanitario Nazionale (che però segue un protocollo rigido e fa il tampone soltanto a chi ha evidenti sintomi del Coronavirus) questo servizio costa molto meno, perchè anche le analisi si svolgono in laboratori interni agli Ospedlai pubblici con personale già in servizio.

Nella fotogallery scorrevole a corredo dell’articolo abbiamo le immagini del laboratorio di biologia molecolare dell’Ospedale Niguarda di Milano, gestito dalla dottoressa Diana Fanti.

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